A quasi due settimane dall’incredibile incidente in cui ha perso la vita la giovane fasanese, si sono svolti i funerali nella chiesa di S. Antonio Abate in un clima di grande emozione.

Perdere la vita per un incidente è sempre qualcosa di drammatico, ma quando la vittima è un giovane e le circostanze sono assurde, la cronaca sconfina in un dolore profondo carico di interrogativi e di domande alle quali non sarà semplice dare risposta.

E’ quel che è accaduto a Clelia Ditano, fasanese di 25 anni morta per essere precipitata nel vuoto, nel vano dell’ascensore dove invece avrebbe dovuto trovarsi la cabina che doveva portarla al piano terra della sua abitazione. L’incidente sarebbe avvenuto nella tarda serata tra il 30 giugno e il 1 luglio quando la giovane ha fatto rientro presso la sua abitazione in Via Piave per poi tornare dagli amici con cui stava trascorrendo la serata. Invece di lei si sono perse le tracce sino al mattino successivo quando i genitori allarmati avevano cominciato a cercarla e a chiamarla al cellulare, apparecchio il cui squillo proveniva dal vano ascensore. Poi la tragica scoperta: la giovane era precipitata nel vano dell’elevatore in quanto aperta la porta la cabina dell’ascensore non c’era. I vigili del fuoco avevano recuperato il corpo e subito sono partite le indagini per stabilire le cause e la dinamica dell’incidente. In attesa degli accertamenti e dell’autopsia sono trascorsi più di 10 giorni e quando la Magistratura ha concesso il nulla osta, si sono potuti svolgere i funerali.

Vegliata nella chiesa del Purgatorio a Fasano, l’estremo saluto è stato dato venerdì 12 luglio quando nella chiesa di Sant’Antonio abate si sono svolti i funerali  un clima ancora di incredulità e di grande commozione. Non solo amici e parenti della giovane sono accorsi per salutare Clelia per l’ultima volta, ma anche una folla di concittadini , tutti rimasti turbati e commossi per la tragedia. Alle parole di conforto e di cristiana speranza espresse dal parroco don Nico Ponticelli, ha fatto seguito il lancio di centinaia di palloncini bianchi da parte di amici e conoscenti intenzionati a tenere vivo il ricordo della giovane e a portare avanti i sogni e i progetti di una giovane scomparsa troppo presto, la cui tragedia ha avuto risonanza nazionale.

Sul piano delle indagini ci sarebbero alcuni indagati, persone connesse alla  manutenzione dell’impianto, mentre sull’impianto sequestrato si sono fatte alcune verifiche anche per accertare le cause del mancato funzionamento del dispositivo che impedisce l’apertura della porta di accesso quando l’ascensore non è al piano in cui viene chiesto l’utilizzo.

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