Nonostante il caldo torrido di venerdì 23 giugno u.s., la sala di rappresentanza di Palazzo di Città si è gremita di pubblico, per partecipare all’importante convegno “Federalismo Fiscale, Autonomia Differenziata e Diritti di Cittadinanza”, promosso dal Centro Studi “Il Dolmen”.
Il livello dei relatori e dei loro interventi ha trattenuto la platea sino alla fine dell’iniziativa, contribuendo ad un’esperienza di cittadinanza attiva di alto livello. Se Massimo Vinale si è soffermato sull’esigibilità ormai relativa di diritti costituzionali, come salute, istruzione e assistenza, il Sindaco di Fasano, Francesco Zaccaria, si è chiesto “quanto i cittadini del Mezzogiorno potranno tollerare tale disparità di trattamento.
Un tumore è un tumore in Lombardia e in Puglia e va curato allo stesso modo”, ha concluso il Primo cittadino. La dirigente del Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano, ha invece sottolineato la necessità di rivedere i meccanismi di determinazione di LEP e LEA, nel campo dei servizi sociali, attesa la palese disparità di trattamento già riservata ai cittadini delle diverse regioni, soprattutto meridionali. Il direttore amministrativo del Policlinico di Bari, Gianluca Capochiani, ha, successivamente, snocciolato cifre e criteri, in base ai quali vengono finanziati i 21 modelli sanitari regionali.
“La sanità ha fatto da cavia”, ha commentato il dott. Capochiani. Ora c’è preoccupazione per istruzione e assistenza”. Il preside dell’Istituto Comprensivo “G. Galilei”, Silvestro Ferrara, ha, inoltre, sottolineato i ritardi che il Sud ha in termini di pre e post scuola; lì dove i bilanci regionali più capienti aggirano già la norma costituzionale del diritto all’istruzione, da garantire, invece, in maniera omogenea sull’intero territorio della Repubblica”, ha denunciato il Dirigente scolastico.
Le conclusioni del partecipato convegno sono state affidate all’On. Claudio Stefanni, membro della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati. Pur riconoscendo la legittimità di una “questione settentrionale”, fatta di competitività delle nostrane aziende rispetto a quelle europee soprattutto, l’ex Capo di Gabinetto della Regione Puglia non ha mancato di osservare, tuttavia, come la determinazione dei livelli essenziali di prestazioni, previsti nella Legge di Bilancio, rischia di vanificare tutti i tentavi che le regioni del Sud stanno promuovendo, al fine di accorciare le distanze con quelle del Nord”. Il chiaro rifermento è alla Regione Puglia che, secondo l’Eurostat, nel 2022, è stata una delle 5 regioni UE a crescere di più, tanto da recuperare i tassi del periodo pre-covid.
“Dobbiamo, però, fare autocritica – ha osservato il Deputato salentino -. La riforma del Titolo V della nostra Costituzione è portatrice di un vulnus: se una regione richiedesse e ottenesse la potestà legislativa su alcune o tutte le materie, oggi a legislazione concorrente, come ad esempio l’istruzione, la protezione civile, il governo del territorio, la valorizzazione dei beni culturali ecc., ma non fosse nella condizione reale di erogare effettivamente tali servizi, la riforma del 2001, semplicemente, non ha, infatti, previsto il processo inverso.
Cosa accadrebbe in tale circostanza, non lo sa nessuno”, ha chiosato l’ex docente universitario. Infine la proposta: “Se la maggioranza di Governo è disponibile a trattare sui LEP, il Sud c’è. Se, invece, i LEP saranno l’espressione dei più biechi egoismi territoriali, i cittadini del Mezzogiorno, le forze politiche e sociali saranno chiamati ad una pacifica resistenza, capace della più formidabile mobilitazione, mai registrata al Sud dal secondo dopoguerra”. In chiusura, non è mancata la provocatoria proposta di Massimo Vinale, già oggetto di riflessione sulla stampa: “E se la secessione la facesse il Sud, costituendo la macro Regione del Mediterraneo”?