La manifestazione di Fasano si è svolta con grande partecipazione di pubblico nel sito del presepe vivente di Pezze di Greco alla scoperta delle radici della civiltà contadina
Ultima domenica di ottobre baciata dal sole e dal bel tempo anche a Fasano dove in molti hanno compiuto un’immersione nella natura e nelle tradizioni partecipando alla 6^ edizione della Camminata tra gli olivi.
La manifestazione, promossa dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio, cui aderisce anche Fasano, si è svolta contemporaneamente in oltre 170 città italiane con lo scopo di far conoscere il paesaggio olivetato e la cultura che ruota intorno alla coltivazione degli ulivi e alla produzione dell’olio extravergine di oliva che rappresenta per noi pugliesi un bene prezioso.
A Fasano l’iniziativa è stata promossa dagli assessorati all’Agricoltura e alle Attività Produttive in collaborazione con Cooperativa Serapia, Consorzio produttori agricoli, Co.P.A.Pe. e Associazione Presepe Vivente di Pezze di Greco. La sinergia tra ente pubblico e sodalizi ha consentito a circa un centinaio di persone di visitare lama del Trappeto, il sito di proprietà comunale affidato in gestione alla parrocchia di Pezze di Greco nel quale si tiene il noto presepe vivente con centinaia di figuranti che fanno rivivere la civiltà contadina a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo scorso.
Il pubblico, proveniente anche da fuori regione, ha partecipato con entusiasmo, guidato dagli esperti naturalisti e animatori del presepe, alla scoperta di grotte, metodi di lavorazione e di trasformazione delle olive. In particolare figuranti in costume hanno eseguito la raccolta delle olive da terra e dall’albero manualmente, secondo i metodi tramandati per secoli. Nel frantoio ipogeo della lama oltre ad ammirare da vicino macine, torchi e tutto ciò che serviva per la molitura delle olive, i partecipanti hanno potuto degustare varie qualità di olio EVO e conoscerne qualità e caratteristiche organolettiche.
La manifestazione ch ha vissuto anche il flashmob: “abbraccia un ulivo”, quasi a voler ritrovare quel contatto, anche fisico, con la terra nella quale come gli ulivi, affondiamo le nostre radici.