La scoperta fatta casualmente dagli speleologi apre una nuova pagina sulla presenza dell’uomo primitivo in questa zona.
La grotta di Monte Rivolta a Laureto di Fasano, nota per la realizzazione del presepe in grotta caratterizzato dalla grande stelle cometa disegnata da migliaia di lampadine, ha riservato agli speleologi una inattesa scoperta: la presenza di ossa e manufatti che, secondo gli esperti risalirebbero a diverse migliaia di anni fa, probabilmente ai tempi dell’uomo di Neanderthal.
Gli speleologi del centro dell’Alto Salento di Martina Franca nel corso della fase di aggiornamento del rilievo topografico e durante alcune disostruzioni per trovare eventuali prosecuzioni della cavità, hanno fortuitamente rinvenuto alcune ossa fossili che il geologo Eugenio Casavola, visionandole, ha confermato la loro appartenenza alla fauna vissuta nel periodo pleistocenico.
Ai reperti faunistici risultano associati degli strumenti litici di fattura musteriana, il che rende probabile l’ipotesi che nella caverna di Laureto abbia trovato rifugio l’Uomo di Neanderthal durante i periodi di caccia decine di migliaia di anni fa. Questa scoperta che oggi sembra essere avallata dai reperti, venne già individuata verso la metà degli anni ’60 del secolo scorso dai professori Franco Anelli e Franco Orofino dell’Istituto Italiano di Speleologia di Castellana Grotte e dal professor Felice Lo Porto della Soprintendenza Archeologica di Puglia. Ma una campagna di scavo non fu mai eseguita e la grotta, con i suoi misteri neandertaliani, cadde nell’oblio, fino a circa 35 anni orsono quando i proprietari dell’area decisero di rendere fruibile il sito realizzando nel periodo natalizio un presepe all’interno della prima parte della cavità rendendo visibile il sito attraverso il disegno della grande stella cometa realizzata con migliaia di lampadine.
La stella divenuta, simbolo del natale fasanese, ha consentito a tante persone di conoscere la grotta e il suo caratteristico presepe. Oltre l’atrio in cui viene allestita la scena della natività, la grotta, riduce progressivamente l’altezza sino a divenire un cunicolo non percorribile anche a causa del crollo di massi avvenuta nel corso dei millenni. L’esplorazione degli esperti ha consentito di effettuare la scoperta che crea nuovo interesse nei confronti del sito fasanese, inserendolo in un contesto preistorico ricco di testimonianze del passato: (il dolmen di Montalbano, il parco archeologico di S. Maria d’Agnano in Ostuni, varie grotte nel sud-est barese e nel nord brindisino).
I risultati delle scoperte sono stati presentati proprio nei pressi della grotta di Laureto nei giorni scorsi.