L’assessore Cinzia Caroli e l’assessore Donatella Martucci rispondono al consigliere di FI Mario Schena
Evitare qualunquismi in un momento complicato per non generare ulteriore confusione nelle famiglie e nei cittadini. Lo chiedono l’assessore alle Politiche Sociali e all’Infanzia Cinzia Caroli e l’assessore alla Pubblica Istruzione Donatella Martucci in una nota congiunta di risposta al consigliere di Forza Italia Mario Schena.
“Prendendo atto dei contenuti del comunicato apparso il 27 dicembre sulla stampa – dicono Caroli e Martucci – in cui si chiedeva di fornire tamponi gratuiti ad una non meglio specificata fascia sociale, e del comunicato apparso ieri, questa volta riferito alla richiesta di uno screening di massa della popolazione studentesca, restiamo perplesse e ci chiediamo innanzitutto quante somme dovrebbero essere impegnate per tale operazione? E soprattutto su quali basi individuare i cittadini in difficoltà economiche ai quali offrire un tampone gratuito? Su base ISEE? Prevedendo delle fasce di reddito?”.
Lo screening non basta, sottolineano Caroli e Martucci: “Dato che il tampone antigenico è solo una fotografia di un momento (e solo di quel momento), come possiamo stare tranquilli rispetto a uno screening di massa effettuato oggi con un ingresso a scuola fissato per il 10 gennaio? Forse il consigliere Schena non ha idea né dei numeri, né dell’impianto organizzativo logistico da mettere in piedi. Temiamo, soprattutto, che al consigliere sfugga la portata di tutto questo anche in termini di utile ricaduta, considerando appunto che il tampone antigenico è solo una fotografia del momento in cui si effettua. In altre parole se si iniziassero ad effettuare tamponi a tutti i ragazzi partendo da domani e avendo l’ingresso di scuola previsto per il 10 gennaio, non avremmo risolto il problema in quanto, pur registrando una certa percentuale di negativi, non potremmo essere sicuri del loro stato a distanza di cinque giorni“.
Caroli e Martucci ricordano quanto fatto qualche mese fa: “La precedente amministrazione Zaccaria si era fatta promotrice di uno screening di massa rivolto alla popolazione studentesca, ma era un altro momento storico dove innanzitutto non c’erano i vaccini e, in ogni caso, per poter realizzare lo screening furono impiegare tante risorse umane: pediatri, volontari della Croce Rossa, Protezione Civile. Un tale dispendio di energie andrebbe ora altrettanto bene se avessimo la certezza di trarne benefici in termini di contenimento dei contagi. Purtroppo non è così per i motivi ampiamente elencati”.
La via da seguire è un’altra, precisano Caroli e Martucci: “Riteniamo che la strada da percorrere non sia assolutamente quella della corsa al tampone, ma della responsabilità personale, della vaccinazione e della coscienza civile. Occorre essere chiari con i cittadini e non generare confusioni, soprattutto in questo difficile momento”.