Nella cornice del Chiostro dei Minori Osservanti si è svolto venerdì 30 luglio il secondo appuntamento del Festival “Tempeste” con la presentazione del libro di don Dino Pirri promosso dall’Azione Cattolica diocesana.
“Lo strano caso del buon samaritano – il Vangelo per buoni, cattivi e buonisti”. Un titolo che provoca e incuriosisce, nascondendo al suo interno una quasi autobiografica dell’autore: il prete social e televisivo don Dino Pirri. Una tempesta di idee, scritti e pensieri sul cristianesimo, sulla nostra società e su come la Chiesa non sempre è capace di reagire alle crisi come ad esempio la pandemia ancora in corso.
Durante la serata l’autore ha dialogato con Oronzo Rubino e Stefano Carrieri proponendo una lettura della parabola del Buon Samaritano molto spesso trascurata in cui il prossimo non è solo colui che è incappato nei briganti, ma anche il Samaritano stesso.
“La parabola del Buon Samaritano – ha dichiarato ai presenti don Dino – ci insegna che cammin facendo tu pensi di salvare il Mondo, ma è qualcun altro che invece deve salvare te. Perché da solo non ce la fai. Pensi che sei tu quello buono, giusto, bravo… Ma un certo punto della vita ti accorgi che non è così!”
Il Festival, giunto alla sua terza edizione, è promosso dal Comune di Fasano in in collaborazione con partner attivi nel mondo del volontariato e della promozione della pace. E proprio sul tema dell’accoglienza e sul ruolo dei cristiani, don Dino ha commentato: “A un certo punto ci siamo ritrovati a vedere i cristiani avere un tono aggressivo verso la povera gente che era morta in mezzo al mare. Un cristiano ha parole diverse. Posso capire che non possiamo salvare il mondo intero, ma non poter accogliere tutti non è l’equazione di non poter accogliere nessuno”
Un invito alla compassione alla preghiera da parte del sacerdote molto attivo su Twitter: “Noi cristiani – ha concluso don Dino – non possiamo parlare come alcuni che stanno fuori dalla Chiesa! C’è un dramma? C’è una situazione di dolore davanti alla quale siamo inermi? Che possiamo fare? Almeno dispiaciamoci! Almeno sentiamo il dolore! Almeno la compassione!”
Una serata che ha offerto ai presenti un viaggio nelle tempeste interiori di ciascuno, non solo spirituali ma semplicemente umane, che ci permettono di proiettarci al prossimo.