Primo maggio senza celebrazioni significative a causa della pandemia. Alla ricorrenza civile che celebra il lavoro, a Fasano si associava la festa religiosa in onore di san Giuseppe.
Il primo maggio è la festa del lavoro, per ricordare le vittime del 1886 a Chicago, quando la polizia sparò sui lavoratori in sciopero per il mancato rispetto della legge che prevedeva il tetto delle otto ore lavorative al giorno. In Italia la ricorrenza ricorda le undici vittime di Portella della Ginestra, in Sicilia, uccise nel 1947 dalla mafia mentre manifestavano contro il latifondismo. Il primo maggio è quindi giorno emblematico per i diritti dei lavoratori, per la loro dignità, per le tutele conquistate in stagioni di lotte. Oggi il primo maggio ricorda anche il lavoro che non c’è, che manca a troppi uomini, donne e giovani, vittime della crisi economica e anche della pandemia.
A Fasano la ricorrenza del primo maggio ha una connotazione religiosa: si festeggia infatti san Giuseppe, patrono dei lavoratori. E’ la confraternita omonima, alla quale tradizionalmente si iscrivevano gli artigiani della città, che organizza i festeggiamenti in onore del santo (falegname, carpentiere), sposo di Maria e padre putativo di Gesù.
Sino al 2019, prima della pandemia, nel pomeriggio di questa giornata l’immagine del santo collocata in una cappella della chiesa Matrice, veniva portata in processione sino in piazza Ciaia dove si celebrava la S. Messa all’aperto. Per l’occasione si teneva anche la cerimonia della “vestizione” dei nuovi confratelli. A conclusione della celebrazione l’immagine del santo rientrava in chiesa, mentre in serata, la festa talvolta proseguiva con esibizioni musicali.
Speriamo che presto si possa tornare a festeggiare sia i lavoratori, sia il lavoro finalmente per tutti, sia san Giuseppe il quale indica ai cristiani il lavoro come mezzo di santificazione attraverso il servizio qualificato ai fratelli.