In un momento come quello che stiamo vivendo per questa dura e difficile battaglia contro un nemico invisibile i più deboli ed esposti sono anche e soprattutto i nostri cari anziani. Molti dei quali ricoverati nelle varie case di riposo.
Il pensiero va a tutti coloro che in questo momento soffrono e temono per la sorte dei propri cari che sono ricoverati nelle varie RSSA, e anche ai diversi anziani che vivono nella “Sancta Maria Regina Pacis” e nella Casa di Riposo “don Angelo Sabatelli” che da anni operano sul territorio fasanese. Situazione che fortunatamente non desta preoccupazioni grazie ad una precisa ed efficace organizzazione messa in atto nelle strutture come ci spiega don Sandro Ramirez rappresentante legale della RSSA
Quale è l’attuale situazione per quanto riguarda restrizioni attuate e contatto con i parenti?
Non è un momento facile per nessuno. Ma, come ci raccontano anche le cronache nazionali, lo è ancora meno per le strutture comunitarie di assistenza ai disabili e agli anziani. Io posso parlare della situazione nella RSSA “Sancta Maria Regina Pacis” e nella Casa di Riposo “don Angelo Sabatelli.
Fin dai primi di marzo abbiamo attuato misure di prevenzione. La più dolorosa è stata la sospensione totale delle visite per i parenti. Ma devo dire che tutti hanno compreso che era una misura di tutela per i loro cari: il virus in struttura non c’è, possiamo solo portarlo noi da fuori. Abbiamo rafforzato il servizio di telefonate e di videochiamate. Comunque finora le cose sono andate bene. Abbiamo avuto due decessi “sospetti” (ma alla RSSA si moriva anche prima con insufficienza respiratoria: è una delle concause possibili) e la ASL ha ritenuto di dover fare i tamponi: ambedue sono risultati negativi.
Devo dire che gli anziani sono abbastanza sereni. Alcuni non hanno compreso la gravità della situazione, ma altri si. È una generazione che ha fatto la guerra: è capace di sacrifici.
Quale è l’umore e le precauzioni adottate dagli operatori?
Da subito è scattato il piano di prevenzione rischi per gli operatori, soprattutto infermieri e operatori sociosanitari (Oss) che stanno più a stretto contatto con gli anziani. Stiamo affrontando anche noi come in tutta Italia la scarsezza dei dispositivi di protezione individuale, soprattutto le mascherine. Non se ne trovano, neanche a pagamento.
Il personale, nonostante la naturale paura davanti a questa situazione mai verificatasi prima, ha dimostrato finora tanta professionalità.
È stato necessario riformulare tutta la turnazione per avere a disposizione sempre personale “fresco” nel caso malaugurato di una positività in struttura. Stiamo cambiando anche i protocolli interni di assistenza per renderli più idonei alla situazione presente. Certo per il personale questo significa sottoporsi ad uno stress non indifferente. Abbiamo messo a loro disposizione anche alcuni posti letto in struttura protetta per chi ha paura di rientrare a casa dove potrebbe (o da dove potrebbe) portare il virus emesso a loro disposizione anche un sostegno di carattere psicologico, grazie all’associazione Humanamente. Ho visto nei loro occhi stanchezza, paura, ma anche tanta determinazione: “i nostri anziani non li lasciamo”, hanno detto. Sento di ringraziarli tutti!
Sentite intorno a voi la solidarietà dei parenti e di tutti coloro che hanno a cuore la salute dei nostri anziani?
Tante persone chiedono delle strutture, si informano. C’è una bella catena di amicizia. Il sindaco ci ha messo a disposizione 50 mascherine che aveva ricevuto dalla comunità cinese, altre 100 mascherine le ha donate una camiceria di Martina Franca. Un signore della parrocchia ne ha confezionate in casa 25 e ce le ha donate. Quelle che erano a disposizione sul mercato le abbiamo acquistate. Sono importanti per noi i ringraziamenti e gli incoraggiamenti che ci arrivano soprattutto dai parenti. Siamo in prima linea: ma è il nostro posto! Per quanto ci riguarda la salute degli anziani e la salute degli operatori sono al primo posto: faremo tutto il possibile e anche di più perché siano tutelate. A qualunque costo!