L’imposizione a rimanere a casa può aumentare il rischio di violenza di genere. L’800 688791 è a disposizione h24, 7 giorni su 7. Garantisce supporto e anonimato in ogni caso.
Potremmo chiamarla l’altra faccia dell’#iorestoacasa, il rovescio della medaglia su cui si annida la paura, proprio nel posto che più dovrebbe rassicurare e proteggere, specie in tempo di pandemia. Le (pur giuste) misure di contenimento sociale imposte per evitare il rischio del contagio da Coronavirus, con la convivenza forzata e prolungata, l’incertezza e l’instabilità economica e sociale che ne sono derivate, hanno comportato un aumento del rischio di violenza domestica per alcune donne. A lanciare l’allarme sono stati i Centri antiviolenza d’Italia e le associazioni femministe, che hanno preso atto anche dei numeri arrivati dalla Cina. Nel Paese che per primo al mondo ha dovuto affrontare l’emergenza Covid-19, infatti, è stato rivelato un drammatico incremento di abusi nel periodo di quarantena: nel solo mese di febbraio, la stazione di polizia nella contea di Jianli (sotto cui ricade Jingmen) ha ricevuto 162 segnalazioni di violenze domestiche, ovvero il triplo dei 47 casi denunciati nello stesso mese del 2019; a gennaio il numero dei casi denunciati era più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dati resi noti dal magazine online «Sixth Tone»). Si aggiunga che dalle statistiche cinesi emerge un altro fattore allarmante che travalica la diffusione del virus: le violenze denunciate sono sempre in misura decisamente minore rispetto a quelle effettivamente subite (Federazione delle donne cinesi).
LA SITUAZIONE IN ITALIA. L’emergenza e le misure restrittive hanno portato da una parte l’aumento del rischio di maltrattamenti, dall’altra una diminuzione delle denunce. Lo ha dichiarato qualche giorno fa in una nota il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella (a capo del pool fasce deboli di Milano), precisando: «Ci basiamo solamente sull’esperienza perché è ancora presto per avere dei dati certi, ma possiamo dire che le convivenze forzate con i compagni, mariti e con i figli, in questo periodo, scoraggiano le donne dal telefonare o recarsi personalmente dalle forze dell’ordine». Anche Telefono Rosa ha evidenziato un drastico calo di chiamate in questo periodo di lockdown: le telefonate, rispetto a quelle dello stesso periodo dell’anno scorso, nelle prime due settimane di marzo sono diminuite del 55,1% (da 1.104 sono passate a 496); di queste, le vittime di violenza che hanno chiamato il numero di telefono dedicato sono state 101 con una diminuzione del 47,7%. Secondo le associazioni, conclusa la fase dell’#iorestoacasa, si registrerà un netto boom di richieste di aiuto e di accessi nei centri. Questi dati, dunque, ci dicono che è fondamentale continuare a rassicurare le donne che vivono situazioni drammatiche all’interno delle mura della propria casa sull’esistenza di una rete di protezione che continua a essere operativa e a garantire consulenza e sicurezza.
I NUMERI A CUI RIVOLGERSI. Il numero nazionale antiviolenza e antistalking è il 1522, gratuito e disponibile anche come chat 24 ore su 24. Anche a Fasano resta attivo e pienamente disponibile il numero verde 800 688791: si può chiamare a qualsiasi ora del giorno, 7 giorni su 7, restando nell’anonimato.
LA SITUAZIONE A FASANO. «Alla luce di un confronto con gli operatori del nostro CAV – dichiara Cinzia Caroli, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Fasano –, posso affermare che ad oggi, la tipologia di assistenza fornita è soprattutto telefonica; in alcuni casi avviene direttamente allo sportello. In merito agli accessi, registriamo all’incirca lo stesso numero di richieste. Fortunatamente, non sono emersi nuovi casi di emergenza, per cui in questo momento stiamo gestendo le precedenti prese in carico. Voglio ribadire – prosegue – che l’anonimato è sempre garantito: mi preme tranquillizzare le donne rispetto a prese in carico anche in questo difficile momento. Si può dunque chiamare il numero verde 800 688791 a qualsiasi ora, anche per un primo contatto telefonico o semplicemente per chiedere informazioni».
Per superare la paura è necessario che le donne sappiano di non essere sole, che abbiano la certezza di poter chiedere aiuto, senza vergogna, e di essere ascoltate.
A questo link è disponibile una mappa dei centri antiviolenza in Italia: www.pariopportunita.gov.it