Il tema al centro del 4° incontro del convegno promosso dal Centro di Aiuto alla Vita di Fasano.
Genitori si nasce o si diventa? Quanto incide il legame con la famiglia di origine sul proprio modo di essere genitore? Di che cosa ha bisogno un bambino per svilupparsi in modo sano?
Queste domande hanno ispirato il quarto incontro del convegno del Movimento e Centro di Aiuto alla Vita di Fasano dal titolo “Le cinque giornate della consapevolezza. Vivo ergo Homo sum. L’amore genera la vita”. Il 16 novembre scorso presso il Laboratorio Urbano di Fasano è stato approfondito il tema della genitorialità con la Dott.ssa Francesca Malatacca, psicologa e psicoterapeuta presso la Fondazione “A. Gemelli” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e con Cenzina Ricco, presidente volontaria del Movimento e Centro di Aiuto alla Vita di Fasano, coordinate dalla Dott.ssa Caterina Loconte, assistente sociale esperta in tematiche relative a minori e famiglie. «Il mestiere di genitore si impara dai propri genitori e affonda le sue radici nell’attaccamento» ha esordito la Dott.ssa Malatacca, la quale ha spiegato che l’attaccamento è la relazione affettiva tra la mamma e il suo bambino fin dalla fase prenatale, cioè da quando si forma nella donna quello spazio mentale (il grembo psichico) che è sede della preparazione biologica di un utero accogliente.
La Dott.ssa ha sottolineato che l’attaccamento influisce sul modo in cui il bambino gestirà da adulto il rapporto con sé stesso e con gli altri. Una madre sicura, disponibile e sensibile alle richieste del figlio, favorirà la crescita di un bambino sicuro. Anche la figura del padre riveste un ruolo centrale, perché garantisce «sicurezza nelle relazioni affettive e sociali», ma è importante che con la nascita del figlio l’uomo sappia ridefinire la propria identità per promuovere con la sua donna la strutturazione della famiglia. Il compito del genitore è, in nuce, rielaborare il proprio vissuto infantile per sviluppare un modello genitoriale attento alla cura emozionale dei figli. Nel
successivo intervento della Sig.ra Ricco è stata presentata l’originalità dell’esperienza del CAV (Centro di Aiuto alla Vita), una realtà nata per offrire un’alternativa positiva alla cultura di morte legalizzata con la 194 e per tutelare la vita umana fin dal concepimento. Sono stati illustrati i
servizi offerti alle donne che vivono gravidanze difficili o indesiderate per accompagnarle nel percorso di accoglienza del loro bambino. È seguita una panoramica sulle iniziative realizzate nel 2019 con la collaborazione di altre associazioni locali per la crescita culturale e sociale del territorio. L’ultimo incontro del convegno si terrà il prossimo 14 dicembre sul tema “Eternità della vita: un viaggio infinito di amore”. Con Don Antonio Cassano dell’Abbazia “Madonna della Scala” di Noci e il Prof. Francesco Bellino dell’Università degli Studi “A. Moro” di Bari rifletteremo sul futuro
della specie umana in rapporto alla dimensione spirituale e agli sviluppi della tecnologia.