Tre incontri con illustri relatori e una rappresentazione teatrale
Nella penultima giornata del Festival della Scienza a Fasano si sono visti succedersi diversi eventi: nella mattinata una discussione sulla corsa allo spazio durante la guerra fredda, nel pomeriggio una riguardante la società della pseudoscienza e le fake news e, infine, a sera un racconto teatrale della vita di Rita-Levi Montalcini attraverso le sue lettere.
Com’è possibile che, nonostante le continue sconfitte, gli USA siano riusciti a battere l’URSS all’ultimo, raggiungendo per primi la Luna? Il professore e Astrofisico Massimo Capaccioli con il giornalista scientifico Gianfranco Bangone, coordinati dal giornalista Francesco Strippoli, hanno cercato di dare una risposta a questa domanda, dando anche qualche delucidazione sul perché di questa gara.
Si è visto che furono i Sovietici ad interessarsi per primi a raggiungere lo spazio, ma che poco dopo anche gli Stati Uniti si interessarono alla cosa accendendo una competizione sempre più accanita. Non era solo una questione scientifica, ma divenne subito propaganda, e, considerando la divisione bipolare del mondo all’epoca, vincere era molto importante. In seguito a molte sconfitte, come il primato dei Sovietici dell’uomo nello spazio, gli USA erano svantaggiati, ma Kennedy in un discorso disse che avrebbero raggiunto la Luna e dopo sette anni, nel 1969, così fu. Con un badget pauroso, di circa il 5% del PIL americano, la NASA costruì un razzo in grado di raggiungere la Luna. Gli USA avevano vinto, ma in realtà non potevano perdere, poiché avevano riunito tutti gli scienziati e tutti i fondi in un’unica associazione, mentre i ricercatori dell’URSS erano finiti col separarsi.
L’incontro successivo ha affrontato, invece, dei temi attualissimi: la pseudoscienza e le fake news. A dirci come orientarci tra la moltitudine d’informazioni che travolge ogni giorno ci sono stati, coordinati dal giornalista Massimiliano Scagliarini, Barbara Gallavotti, autrice di programmi televisivi come SuperQuark e Ulisse, Giuseppe Tipaldo, professore di Sociologia all’Università di Torino, e Armando Massarenti, filosofo della scienza.
Studiando la diffusione delle fake news si è visto come viaggino velocemente e come queste causino gravi danni a chi casca nella trappola. Ma perché le persone credono a certe teorie? Questo è riconducibile ai bisogni primordiali dell’uomo di trovare risposte semplici a domande difficili e di consolidare la propria identità di gruppo, un esempio lampante sono gli haters. Si è visto, inoltre, che far cambiare idea a qualcuno convinto di ciò in cui crede è molto difficile, poiché questi, esposto ad un’ideologia opposta, tenderà a radicalizzarsi nella propria. Non esiste un modo per difendersi dalle falsità, ma si può controllare la fonte dell’informazione e sviluppare il proprio pensiero critico per riconoscere le teorie meno credibili.
Mentre i primi due eventi si sono svolti al Palazzo di Città, per l’ultimo ci si è dovuti spostare al teatro Sociale. A concludere questa penultima giornata del Festival è stato lo spettacolo “Le Parole di Rita”, interpretato da Margherita Di Rauso con la regia di Valeria Patera. In questo intenso monologo si è voluto dipingere il ritratto della figura della ricercatrice attraverso le sue lettere dall’America, dove si rifugiò nel 1940, in quanto ebrea per sfuggire a regime fascista. Dalla rappresentazione è emersa non solo la scienziata austera e autorevole, che ha vinto il Nobel nel 1986 col fattore di crescita neurale, ma anche il profilo di una scienziata timida e un po’ permalosa.
Piegiuseppe Bagorda