Al Liceo da Vinci incontro con la prof.ssa Antonella Prenner
Lo studio dell’antichità cosa ci insegna in ambito scientifico? A questa domanda Antonella Prenner, professoressa di letteratura latina dell’università di Napoli e autrice del libro “Tenebre”, ha voluto dare una risposta in occasione del Festival della Scienza il 21 ottobre 2019 nell’auditorium del liceo “Da Vinci” di Fasano.
Prima dell’inizio, l’assessore Cinzia Caroli che ha ringraziato i ragazzi, il coordinatore Pino Donghi e l’ospite di questo incontro, Antonella Prenner, per la presenza. L’introduzione vera e propria, invece, è stata fatta da Donghi ricollegando l’argomento del giorno col motto del Festival “Un grande balzo per l’umanità”, poiché Armstrong quando disse quelle famose parole si riferiva a quanta strada avesse fatto la scienza dalle epoche passate fino all’allunaggio, infatti il tema era la scienza del passato.
La Prenner ha iniziato parlando delle prime ricerche condotte, 2000 anni fa circa, dai filosofi della Grecia, poiché originariamente la figura del filosofo e dello scienziato erano una cosa sola. Essi svolgevano molte ricerche, avvantaggiati dal fatto che la politica di quel tempo lasciava libera la scienza, per cui i filosofi potevano svolgere i loro studi tranquillamente. Successivamente Antonella Prenner ha aggiunto che fu Alessandro Magno ad incentivare la ricerca e ancor di più un suo discepolo, Tolomeo II, fondando il “Museo”, il primo circolo di studiosi finanziati completamente dallo Stato. Questa è una grande differenza rispetto ad oggi in cui lo Stato eroga poco denaro per la scienza. Quegli studiosi riuscirono addirittura a formulare teorie, seppur rudimentali, che saranno poi riscoperte e dimostrate solo molti secoli dopo come per esempio l’atomo e l’eliocentrismo.
L’incontro si è concluso con la domanda di Pino Donghi riguardo le differenze tra i Romani e I Greci in quanto scoperte. La prof.ssa Prenner ha risposto affermando che i Romani hanno principalmente appreso dai Greci, inventando unicamente il diritto, ciò che, a suo parere, permise al dominio romano di durare più degli altri.
Piegiuseppe Bagorda