La Provincia di Brindisi, grazie alla sinergia di intenti tra la parte politica, rappresentata dal presidente f.f. Domenico Tanzarella, e gli uffici di competenza ambientale, retti dal dott. Pasquale Epifani, ha visto accolte dalla Regione Puglia le proprie e prime osservazioni in merito alla gestione globale rifiuti.
La Regione Puglia, a tal proposito, ha adottato con Delibera n. 1482 del 2 agosto 2018 la proposta di “Piano regionale di gestione rifiuti”, comprensivo della gestione dei fanghi di depurazione del servizio idrico integrato, e la proposta di “Piano delle bonifiche delle aree inquinate”. In questo ambito, la Provincia di Brindisi, in particolare l’ufficio Ecologia e Ambiente, dopo una prima lettura, sia pur sommaria, del corposo provvedimento delle linee guida della Regione Puglia, aveva indicato le proprie osservazioni e le proprie priorità in merito a questi interventi.
Questi, in linea di massima, i più importanti e strategici che la Regione ha accolto:
- In primo luogo, per la Provincia di Brindisi il Piano regionale sulla gestione dei rifiuti deve prevedere la realizzazione nel territorio brindisino di un impianto pubblico di compostaggio/trattamento/recupero della frazione organica riveniente dalla raccolta differenziata dei RSU, di potenzialità pari alla produzione di rifiuto organico stimata sul territorio provinciale o, in alternativa, di due impianti più piccoli. In ogni caso, deve essere favorita l’adozione di tecnologie che comportano il minor impatto ambientale possibile, sotto il profilo delle emissioni in atmosfera
- Nel trattamento della frazione indifferenziata, la Provincia di Brindisi ha indicato che sia favorito il recupero di materia, anziché quello energetico, prevedendo per il territorio provinciale di Brindisi un impianto ReMAT, nel quale si recuperi il maggior quantitativo possibile di materia del rifiuto indifferenziato, anziché produzione di CSS End of Waste destinato alla combustione
- Per individuare aree omogenee per l’affidamento dei servizi di spezzamento, raccolta e trasporto dei RSU si deve tener conto, secondo la Provincia, delle attività già esperite di alcuni ARO, al fine di non vanificare le attività amministrative già condotte.