Recital del poeta Bartolomeo Smaldone nella cornice di un’antica masseria

Cogito ergo sum, («penso dunque sono»), è la formula con cui Cartesio esprime la certezza indubitabile che l’uomo ha di se stesso in quanto soggetto pensante; scribo ergo sum («scrivo dunque esisto»), potrebbe essere l’adattamento dell’allocuzione declinato per Bartolomeo Smaldone, poeta altamurano, che delle lirica ha fatto una vera e propria ragione di vita.

Smaldone nei giorni scorsi ha presentato un recital non a caso intitolato “Io vivo – confessioni di un poeta” nella suggestiva cornice della Masseria sant’Angelo de’ Graecis di Fasano, il cui nucleo originario risale al XI secolo , caratterizzata dalla presenza di una splendida Abbazia in cui si onora san Lorenzo.

Alla presenza di un folto gruppo di appassionati, presentato da Vita Trisciuzzi organizzatrice dell’incontro insieme ad Angela Ferrara, Bartolomeo Smaldone non ha semplicemente recitato i suoi componimenti, ma ha dato vita ad un recital ben strutturato nel quale il poeta, sostenuto da una efficace colonna sonora, ha offerto ai presenti un saggio della sua vasta produzione che copre un percorso di studio e di ricerca trentennale.

L’autore, ha proposto una serie di componimenti dai quali traspare l’intimo animo del poeta.

Cos’è la poesia se non la vita stessa? Così Smaldone ha recitato componimenti  d’amore e di tenerezza, di rabbia e di delusioni, di ricordi e di buoni propositi, ritratti di vita che rimandano a scene della quotidianità meridionale e componimenti ispirati da visioni estemporanee o frutto di profonde riflessioni; testi brevi quasi dei flash, come pensieri fugaci che il poeta intende fissare per sempre trasformandoli in poesie. Smaldone nel reading fasanese ha mostrato non solo la sua vivace vena compositiva, ma anche una grande capacità recitativa e una presenza scenica notevole capace di tenere desta l’attenzione del pubblico.

Bartolomeo Smaldone, nato ad Altamura nel 1972 è autore di numerose pubblicazioni tra cui raccolte di poesie e romanzi. Ha fondato il movimento culturale “Spiragli” e ha scritto e diretto l’opera teatrale “L’amato albero” dedicata ai Martiri della rivoluzione partenopea del 1799.

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