In relazione alle notizie di stampa apparse nei giorni scorsi sulla vicenda del giardino “Don Tonino Bello” di Fasano, di proprietà comunale, l’assessore al Patrimonio Leonardo Deleonardis chiarisce:
«Sembra alquanto strano che un signore di cui non conosciamo il nome, né a quale titolo si definisca custode della struttura, visto che il gestore del giardino è solo “Co.Pe di Mario Maio”, faccia quelle affermazioni – sottolinea Deleonardis – e, dunque, sarebbe stato forse necessario verificare un po’ più approfonditamente la questione. Infatti, lo scorso 21 dicembre, con apposita lettera, il Comune ha diffidato proprio il gestore a realizzare il chiosco-bar autorizzato regolarmente. Perché non lo ha fatto finora? Non solo. La società aggiudicatrice della gara bandita lo scorso anno deve versare nelle casse comunali qualche migliaio di euro come rimborso dell’acqua consumata. Se il gestore non dovesse adempiere alle nostre richieste – annuncia l’assessore – adotteremo drastici provvedimenti conseguenti. Poiché, noi ad un’area verde aperta ai cittadini ci teniamo e pretendiamo che il giardino “Don Tonino Bello” sia fruibile da parte di tutti. Il custode? Non lo conosciamo e, peraltro – aggiunge Deleonardis – le “confidenze” avrebbe dovuto farle al suo eventuale datore di lavoro, cioè la ditta “Co.Pe di Mario Maio”, considerato che il Comune ha a che fare soltanto con la società gestrice, rappresentata proprio dal sig. Maio: non ci riguardano i rapporti personali o professionali privati eventualmente allacciati fra la ditta ed il cittadino che si definisce stranamente custode del giardino».
L’area pubblica “Don Tonino Bello” è stata data in affidamento formalmente lo scorso marzo per sei anni (rinnovabili alla scadenza) alla ditta “Co.Pe di Mario Maio” che aveva partecipato, avendone i requisiti, all’apposito bando di gara. Il chiosco-bar che la ditta deve obbligatoriamente realizzare (come da contratto) è stato autorizzato soltanto dopo alcuni mesi dall’affidamento in gestione della struttura, poiché la zona interessata è considerata a medio rischio di pericolosità idraulica e nessun manufatto stabile può essere realizzato. Per cercare di risolvere la questione, proprio l’assessore Deleonardis, di concerto con il settore comunale dedicato, ha dovuto superare una serie numerosi passaggi burocratici obbligatori, dalla Soprintendenza archeologia, Belle arti, Paesaggio all’Autorità di bacino «alla faccia quell’accordo di programma di cui si è sempre vantato il consigliere Scianaro, definendolo faticoso ma importante e sottoscritto dalla sua Amministrazione comunale per la realizzazione del chiosco-bar, che è invece risultato essere troppo semplicistico e superficiale e che, quindi, ci ha fatto perdere solo del tempo prezioso». Infatti, dopo l’assolvimento di tutti i passaggi burocratici necessari, il Comune ha potuto rilasciare al gestore l’autorizzazione alla realizzazione del chiosco-bar secondo parametri stabiliti e precisi. Ma la struttura non è stata ancora realizzata ed il Comune ha inviato la relativa diffida al gestore.