Quella della carenza di acqua è un problema particolarmente sentito, da sempre, in Puglia, dove la mancanza di veri e propri corsi d’acqua superficiali ha rappresentato un limite allo sviluppo della Regione.
L’Acquedotto Pugliese ha rappresentato il segno dell’ingegno umano e di un’opera che ha restituito dignità e salubrità alla vita dei pugliesi garantendo loro il diritto a fruire di acqua potabile. Così, ancora oggi, con i cambiamenti climatici in atto e la siccità che diventa cronica e non episodica, ogni opera che consente di migliorare l’approviggionamento idrico viene salutata con grande entusiasmo.
Nei gironi scorsi si è svolta la cerimonia di abbattimento dell’ultimo stato di roccia della Pavoncelli bis, una galleria di quasi 9 Km di lunghezza che sarà utilizzata per convogliare le acque del Sele verso gli impianti dell’Acquedotto Pugliese, bypassando la vecchia galleria danneggiata dal terremoto del 1980 e resa poi inutilizzabile.
Un’opera fortemente voluta e sostenuta dalla Regione Puglia e dall’allora assessore ai Lavori Pubblici Fabiano Amati che si operò per riavviare l’opera bloccata da ricorsi, crisi economiche e vicende giudiziarie. Nel 2012 sembrava un’impresa impossibile il completamento di questa galleria e in pochi ci avrebbero scommesso.
Nei giorni scorsi invece l’apertura con la presenza del Ministro delle infrastrutture Del Rio, dei Presidenti delle Regioni Puglia e Campania e del Consigliere regionale Fabiano Amati, attuale presidente della Commissione Bilancio, il quale si è detto particolarmente soddisfatto dell’opera, una sorta di completamento di ciò che i nostri avi all’inizio dell’800 idearono con la deviazione del fiume Sele per dissetare la Puglia.
Amati ha auspicato anche la realizzazione dell’acquedotto meridionale, una struttura in grado di gestire le risorse idriche, razionalizzandole per garantire il diritto all’acqua a tutti.