Domenica 19 febbraio 2017, l’Università del Tempo Libero “San Francesco d’Assisi” di Fasano, ha visitato la Mostra “Dalì La Divina Commedia”
In un percorso itinerante che si snoda attraverso tre paesi pugliesi: Acquaviva delle Fonti dove sono esposte, al Palazzo de’ Mari, le xilografie afferenti la cantica dell’Inferno; Sammichele di Bari che ospita, nel Castello Caracciolo, le opere relative al Purgatorio; e Turi che propone, nella suggestiva Chiesa di Sant’Oronzo, le illustrazioni raffiguranti il Paradiso.
A fare da guida la dott.ssa Valentina Iacobellis, che ha illustrato le opere esposte con professionalità e passione, tanto da catalizzare l’attenzione del gruppo utiellino.
Un pomeriggio esaltante, all’insegna dell’arte e della letteratura, che ha arricchito le conoscenze dei visitatori fasanesi, ai quali era stata in precedenza distribuita una dispensa sull’opera del pittore surrealista catalano e sulla Divina Commedia di Dante Alighieri. Durante il viaggio la presidente dell’Utl Palmina Cannone e il prof. Antonio Carbonara hanno ulteriormente approfondito l’argomento, al fine di rendere più fruibile la visita.
Composta da 100 opere a colori, firmate, numerate e pubblicate da Les Heures Claires a Parigi nel 1960, “La Divina Commedia” di Dalì riunisce 33 trittici, ognuno dei quali è composto da tre tavole riferite rispettivamente al Paradiso, al Purgatorio e all’Inferno danteschi.
L’UTL ha apprezzato nell’opera il connubio perfetto dei simboli, delle allusioni, magie e allegorie, che l’hanno fatta diventare una delle maggiori espressioni del metodo pittorico”paranoico-critico” caratteristico dell’artista surrealista.
Dalì creò questi capolavori nel suo periodo illustrativo migliore e lavorò per quasi 9 anni alla realizzazione di 100 acquerelli.
In seguito all’esposizione al Musée Gallier di Parigi nel 1960, furono trasposti in altrettante xilografie, dopo 4 anni di assiduo lavoro con il maestro stampatore Raymond Jacquet.
Il risultato è eccellente, sia dal punto di vista tecnico che artistico.
Gli utiellini hanno potuto constatare come il soggetto della Divina Commedia, illustrato in precedenza da Botticelli, Blake, Bocklin e Doré, diventi per Dalì un viaggio nella memoria della sua poliedrica sperimentazione e rappresenta una Summa della propria arte.
Il gruppo fasanese ha rilevato, ancora, nell’opera il raggruppamento dei vari aspetti della ricerca stilistica dell’Artista, dalla cosiddetta “estetica del molle” alla curiosità verso i miti classici, dall’interesse per la costruzione michelangiolesca delle figure al gusto per l’incisione circolare, che dona loro una forma dinamica. Eccellente l’uso del colore: una vera antologia di modi, dal tratto fragile e guizzante all’uso plastico, come nei panneggi pesanti e materici, che ha stupito ed entusiasmato i visitatori.
Come nella Divina Commedia anche nell’opera di Dalì si respira un’atmosfera di grandezza, di ostentazione consapevole del Sublime.
Dulcis in fundo, la visita a Turi della Chiesa Sant’Oronzo, con la stupenda grotta sacrario sottostante, scelta, come innanzi detto, quale location per rappresentare le tavole del Paradiso dantesco.