Ignazio Ciaia, presidente della Repubblica partenopea, morto impiccato nel 1799; docenti universitari ed avvocati pugliesi metteranno in scena un processo di revisione, su idea e drammatizzazione dell’avv. Augusto Conte, vicepresidente del Consiglio distrettuale di Disciplina di Le-Br-Ta. Venerdì 20 gennaio – Palazzo municipale – Ingresso libero.
Ignazio Ciaia, patriota, poeta e uomo politico (nato a Fasano – Br – nel 1766), che il filosofo Benedetto Croce ha definito “una delle più belle anime e uno dei più squisiti ingegni di quella generazione”, fu presidente del governo provvisorio della Repubblica napoletana del 1799 ma, proprio per essere stato tra i protagonisti di quella rivoluzione che sembrò aver “cacciato” il regime borbonico, fu poi arrestato (quando si avvicendò la restaurazione armata dei Borboni), processato e condannato a morte con una sentenza emessa il 6 ottobre 1799 dalla Giunta di Stato del Regno di Napoli.
Ebbene, alcuni docenti universitari ed avvocati pugliesi metteranno in scena un processo di revisione, su idea e drammatizzazione dell’avv. Augusto Conte, vicepresidente del Consiglio distrettuale di Disciplina delle province di Le-Br-Ta. Il titolo della rappresentazione è “Processo di revisione della condanna a morte di Ignazio Ciaia pronunciata dalla Giunta di Stato del Regno di Napoli il 6 ottobre 1799” e sarà messa in scena venerdì 20 gennaio prossimo, ingresso libero, alle ore 16.30 nell’aula consiliare del Palazzo municipale, a Fasano (Br), terra natìa di Ciaia.
L’iniziativa culturale, del tutto nuova nel suo genere, è stata organizzata da “Laf – Francesco Saponaro” (associazione forense che raccoglie gli avvocati di Fasano e di Cisternino), in collaborazione col Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Brindisi e con la Fondazione dell’Avvocatura di Brindisi e vede il patrocinio del Comune di Fasano. I protagonisti della drammatizzazione saranno Massimo Brandimarte (già presidente del Tribunale di Sorveglianza di Taranto) nel ruolo di presidente della Corte; Carlo Panzuti (attuale presidente dell’Ordine degli avvocati di Brindisi), voce narrante della rappresentazione; lo stesso Augusto Conte nelle vesti di avvocato della difesa; Mario Spagnoletti (attuale docente di Storia contemporanea nell’Università di Bari) nel ruolo di consulente della difesa; Nicola Colonna (attuale docente di Storia delle Dottrine politiche nell’Università di Bari) nel ruolo di pubblico ministero; Giovanni Quaranta (avvocato del Foro di Brindisi) nel ruolo di consulente del pubblico ministero. Nella particolare rappresentazione, l’avvocata Italia Ditano (presidente di “Laf – Francesco Saponaro”) avrà il ruolo di presentatore dell’istanza di revisione del processo. L’originale serata verrà introdotta, con breve saluto istituzionale, dal sindaco di Fasano Francesco Zaccaria.
Ignazio Ciaia nasce a Fasano il 27 giugno 1766 e si trasferisce a Napoli a vent’anni per intraprendere gli studi di Diritto. Nella capitale dell’allora cosiddetto Regno di Napoli, il ragazzo frequenta salotti aristocratici e circoli letterari e politici, coltivando ideali vicini alla cultura illuministica e riformatrice. Giacobino convinto, viene arrestato, per la prima volta, nel 1795 e, dopo tre anni trascorsi in carcere (dal quale scriverà alcune poesie e lettere) viene liberato. I suoi ideali di libertà, però, non si spengono e quando i Francesi entrano a Napoli il 23 gennaio del 1799 con alla testa il generale Championnet che proclama la Repubblica, Ciaia viene chiamato a far parte del governo provvisorio presieduto da Carlo Lauberg al quale succede il 19 febbraio, ricoprendo la carica di presidente del governo provvisorio della Repubblica partenopea fino al 23 marzo di quell’anno. Poi la storia dirà che il 19 giugno i Borboni riprendono il comando del territorio con la rinascita del Regno e Ciaia viene, quindi, arrestato, processato e condannato a morte. Il patriota e poeta civile di origini fasanesi è, dunque, impiccato il 29 ottobre 1799.
Il processo di revisione della condanna a morte di Ciaia che sarà rappresentato da docenti universitari ed avvocati il 20 gennaio prossimo a Fasano è top secret, sia relativamente al suo sviluppo ed alle nuove tesi di difesa e di accusa, sia relativamente all’esito: Ignazio Ciaia, in questo 2017, verrà condannato od assolto? A Ciaia, Fasano ha dedicato la piazza centrale (quella sulla quale affaccia il Palazzo municipale), la Biblioteca comunale, una strada, una scuola per l’infanzia. L’androne del Palazzo municipale, invece, ospita un monumento commemorativo dedicato sempre a Ciaia ed ai Martiri della Rivoluzione partenopea che fu inaugurato nel 1980 dall’allora senatore della Repubblica Giovanni Spadolini (all’epoca anche segretario nazionale del Partito repubblicano). Spadolini (che l’anno dopo fu nominato presidente del Consiglio dei ministri) nel suo discorso disse, tra le altre cose “(…) La figura e l’opera di Ignazio Ciaia scandisce, in termini davvero esemplari ed emblematici, quell’esperienza intellettuale e politica nella quale può ravvisarsi, riprendendo una classica pagina della crociana Storia del Regno di Napoli, la nascita dell’Italia moderna, della nuova Italia, dell’Italia nostra. Ed è in questo quadro della nascita dell’Italia moderna, della Nuova Italia, della Italia nostra che noi dobbiamo collocare tanto il Ciaia poeta giacobino, il Ciaia dell’ode a Carlo Lauberg, il Ciaia della Canzone alla Francia, il Ciaia del sonetto «Per la caduta di Mantova», quanto il Ciaia uomo di governo prima e martire poi della Repubblica Partenopea”.