“Festa dei Cortei storici d’Italia”, venerdì 17 giugno, con la partecipazione di cinque cortei ospiti di Fasano.
La “Festa dei cortei storici d’Italia” è in programma venerdì 17 giugno, a partire dalle ore 18, nei pressi della villa comunale di Fasano. L’iniziativa, ossia una sfilata di cortei storici per le vie principali della città, è organizzata dal comitato “Giugno fasanese – la Scamiciata” col patrocinio del Comune di Fasano.
I cortei storici che parteciperanno alla “Festa” saranno 5: La Battaglia tra Turchi e Cristiani di Tollo (in provincia di Chieti). La battaglia fra turchi e cristiani per festeggiare la Madonna del S. Rosario, festa denominata anche “dei Turchi e della Madonna della Vittoria”. La festa di Tollo trae origine da eventi storici verificatisi nell’estate del 1566, anno in cui la flotta ottomana minacciò le coste adriatiche con continui saccheggi e azioni distruttive. Verso la fine di luglio, dopo l’inutile assedio di Pescara e la distruzione di Francavilla, i Turchi si spingono verso l’interno per assaltare i piccoli centri. Dopo vari feroci attacchi i Tollesi stanno per cedere quando, miracolosamente, appare in cielo la Vergine che costringe i Turchi alla fuga. Questo il fatto storico, oggi la Battaglia si svolge secondo un preciso rituale. Sono ben quattro gli attacchi dei Turchi alla Torre, innalzata apposta presso la chiesa parrocchiale. I Saraceni sono riusciti ormai a salire sulla Torre, quando miracolosamente le campane cominciano a suonare a distesa e in cielo appare la Vergine. La città di Tollo è salva e i Turchi in fuga). Il Corteo del Balì Carafa di Putignano (dell’Area metropolitana di Bari). Il corteo storico è ambientato nel 1477, ultimo anno di baliaggio di fra’ Giambattista Carafa. Questi fu munifico e comprensivo, e gratificò Putignano con privilegi e opere pubbliche. Anche se appartenente a un ordine militare-religioso, nella realtà il Balì Giambattista Carafa si comportò come un vero e proprio principe rinascimentale, trasmettendo il feudo al figlio. Un corteo a cavallo composto dal Balì e da cavalieri di scorta si avvia alla volta di Putignano partendo dalla chiesetta di San Giovanni, dirigendosi verso la Porta Grande della città. Nel frattempo l’intero clero, i religiosi e le confraternite della città, il governatore, il sindaco, i notabili gli vanno incontro in corteo. Arrivato a Porta Grande, sceso da cavallo, il Balì, dopo essersi genuflesso in adorazione della Croce sorretta dal vice priore, riceve con una cerimonia ufficiale, dalle mani del Camerlengo di Putignano, le chiavi della città insieme con quelle del Comune. Il corteo dopo la cerimonia si ricompone dirigendosi verso la chiesa di San Pietro, con alla testa clero, notabili, popolo e a chiudere le milizie e il Balì a cavallo, le redini portate a mano destra dal governatore e a mano sinistra dal sindaco. Una volta giunto presso il sagrato, il Balì scende da cavallo e s’installa su un trono ricevendo gli onori da clero e notabili. A conclusione il Balì e il seguito fanno il loro ingresso nel palazzo baliale). Nundinae di Gravina (dell’Area metropolitana di Bari). La parola “nundinae” rimanda ad un passato antichissimo e dimostra, insieme con i numerosi reperti archeologici come il territorio di Gravina (la Silvium di epoca romana) fosse, fin dall’età antica, un importante centro di scambi commerciali e culturali. Federico II di Svevia fu grande estimatore della città (a lui la tradizione attribuisce il motto “Grana dat et vina, urbs opulenta Gravina, riportato in parte dal Gonfalone cittadino). È in questo quadro che va collocata la concessione del feudo di Gravina da parte del Re Carlo II d’Angiò al conte Giovanni di Monfort, francese dei duchi di Borgogna. La donazione avvenne il 15 agosto 1289 durante una pubblica e solenne cerimonia che sancì il rapporto di sudditanza da parte della Contea gravinese nei confronti della dinastia degli Angioini. Pistonieri Archibugeri di S. Maria del Rovo di Cava de’ Tirreni (Sa). È la ricostruzione della battaglia che vide i Cavesi armati nel XV secolo, i quali riuscirono a salvare Ferrante I d’Aragona ormai accerchiato dagli Angioini alla foce del Sarno. Per quell’impresa i Cavesi ebbero vari privilegi e la tradizione di sparare con gli archibugi restò nella storia della città fino ad arrivare ad accompagnare con gli spari la processione del SS. Sacramento a Monte Castello. Si narra che la benedizione con il SS. fu l’intervento divino per sconfiggere la grande pestilenza nel 1656. Il pistone è un’arma ad avancarica gelosamente tramandata di padre in figlio, utilizzata ormai da secoli per esclusive finalità ludiche. L’esecuzione degli spari è accompagnata da ricercate ed articolate coreografie scandite ritmicamente dal rullo dei tamburi e dagli squilli delle chiarine. L’effetto scenico che ne risulta è piuttosto particolare ed accattivante. Aquavivae ab Aragonia di Conversano (Area Metropolitana di Bari). Il corteo rievoca un periodo storico che va dal XI secolo con Goffredo di Conversano, passando attraverso il dominio degli Acquaviva d’Aragona sulla Contea di Conversano, quindi a partire dalla seconda metà del XV secolo fino all’inizio del XIX secolo, quando Murat abolì ogni diritto feudale. Gli Aquavivae ab Aragonia rievocano la nomina di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona a Conte di Conversano ogni anno nel mese di agosto.
Alla “Festa dei cortei storici d’Italia” prenderà parte anche una rappresentanza de La Scamiciata di Fasano. Il corteo rievoca la vittoria dei Fasanesi sui Turchi invasori nella battaglia del 2 giugno 1678. Il percorso che sarà seguito dai cortei è il seguente: viale della Resistenza, le vie S. Francesco, Murri e De Giosa, corso Garibaldi, le vie Forcella e S. Antonio, corso Vittorio Emanuele e piazza Ciaia, dove, alle 18.30, si terrà la cerimonia della consegna delle chiavi della città ai figuranti da parte del commissario straordinario del Comune Pasqua Erminia Cicoria, cui seguirà l’Intronizzazione delle sacre immagini dei santi patroni di Fasano.