Quando alle lungaggini burocratiche si aggiungono i guai giudiziari, un’opera pubblica, per quanto importante e necessaria, rischia di restare bloccata per tempi lunghi col pericolo di deteriorarsi prima ancora di entrare in funzione.

E’ un po’ la storia che ha coinvolto la nuova casa di riposo che l’ASP “Canonico Rossini” di Fasano ha avviato qualche tempo fa e che completata (sorge alla periferia di Fasano lungo la via vecchia che porta a Laureto) non ha cominciato a funzionare per un contenzioso insorto tra l’Ente e l’associazione temporanea di impresa che ha realizzato i lavori in merito al pagamento di quanto realizzato.

I giudici hanno sentenziato che l’Ati “Cogit-Carparelli Costruzioni” dovrà entro 50 giorni consegnare la struttura e farsi carico delle spese processuali, accogliendo tesi difensiva dell’avvocato Dino Musa, legale del “Rossini.

A fine novembre dello scorso anno la vecchia casa di riposo ubicata presso l’ospedale Umberto I di Fasano aveva chiuso i battenti per carenze riscontrate dai NAS e dagli organi di controllo con i 25 anziani ospiti costretti a trasferirsi presso altre strutture o a far ritorno presso case di parenti.

La casa di riposo, dunque, una volta collaudata dovrebbe essere consegnata all’Azienda di Servizi alla Persona, Canonico Rossini, e cominciare a funzionare.  E’ la speranza di famiglie che necessitano di assistenza per i propri anziani, ma anche per diversi operatori socio-sanitari che con la chiusura del vecchi Rossini hanno perso anche il posto di lavoro.

 

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