Nei giorni scorsi sì è svolto presso la Casa Circondariale di Brindisi, l’incontro di presentazione del progetto “Il Carcere degli Innocenti” giunto alla quinta edizione. L’iniziativa che si terrà durante il periodo estivo, è organizzata dal CSV Poiesis, in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale di Brindisi, ed è rivolta ai figli dei detenuti in visita ai genitori nei mesi estivi, in concomitanza con la chiusura delle scuole. All’incontro di presentazione sono intervenuti il presidente del CSV Rino Spedicato (Centro Servizi al Volontariato della provincia di Brindisi), la direttrice della Casa Circondariale di Brindisi Annamaria Dello Preite, la referente del garante per i diritti dei detenuti Isabella Lettori e la commissaria della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Brindisi Ilaria Lomartire.
“Il progetto, avviato cinque anni fa – afferma Annamaria Dello Preite – si propone di accogliere i bambini che accedono in Istituto per incontrare il papà, aiutandoli a vivere al meglio questo momento così importante in una condizione di quasi normalità. “Il Carcere degli innocenti” è il nome dato all’iniziativa. Gli innocenti sono proprio i figli dei genitori detenuti costretti loro malgrado a vivere una condizione personale difficilissima a causa della rottura dei legami familiari conseguenti alla carcerazione di uno o di entrambi i genitori. Il progetto pensato e realizzato dal CSV di Brindisi, quest’anno si è arricchito del contributo, assolutamente spontaneo, di un gruppo di ragazzi del catechismo della parrocchia della Pietà di Brindisi i quali, con il ricavato della vendita di alcuni prodotti realizzati con materiale di scarto, hanno acquistato e donato al carcere un gazebo che è stato installato nella zona destinata all’accoglienza dei bambini. Il progetto si inserisce all’interno di una serie di interventi organizzativi e strutturali attuati negli ultimi tempi con l’obiettivo di migliorare le condizioni detentive. In relazione al mantenimento delle relazioni familiari, mi riferisco all’adeguamento della sale destinate ai colloqui con i familiari, all’interno delle quali il vecchio bancone divisorio è stato sostituito con tavolini, all’allestimento di una sala riservata ai colloqui con i figli minori che sarà attivata a breve, alla previsione dei colloqui in una giornata festiva, ed inoltre, una volta alla settimana, nelle fasce orarie pomeridiane per consentire ai ragazzi di incontrare il padre senza la necessità di assentarsi dalla scuola”.
La particolare valenza dell’iniziativa rileva anche sotto un altro aspetto: per quanti partecipano quotidianamente alla realizzazione del progetto, sostenere la genitorialità in carcere significa farsi carico concretamente dei bisogni di chi vive la condizione detentiva, vuol dire fare volontariato non in maniera assistenzialitica ma secondo modalità di autentica partecipazione, perfettamente in linea con la riforma del sistema penitenziario che vuole sempre più una società civile parte attiva della fase della esecuzione della pena, nel convincimento che la risocializzazione del condannato intanto è possibile in quanto alla privazione della libertà si accompagni un processo di responsabilizzazione e di riconciliazione del reo con la comunità. E non solo.
“Sostenere la genitorialità in carcere – conclude la direttrice – significa anche fare prevenzione sociale. Ogni anno sono 75.000 i bambini che in Italia varcano le porte del carcere per visitare i genitori detenuti. Occuparsi di loro significa farsi carico delle ricadute che l’interruzione dei legami affettivi conseguente alla carcerazione di uno o di entrambi i genitori ha anche sulla società (è stato statisticamente provato un aumento dei fenomeni di abbandono scolastico, di devianza giovanile, di disagio giovanile fra i figli di genitori detenuti). Un merito particolare, infine va riconosciuto ad un detenuto della Casa Circondariale di Brindisi che con competenza ed impegno costante ha realizzato il giardino all’interno del quale ogni giorno vengono accolti volontari e bambini.
Anche quest’anno saranno tanti i volontari che singolarmente o attraverso le associazioni di appartenenza con responsabilità, competenza e sopratutto creatività parteciperanno all’edizione del 2015”.