Su espressa proposta e iniziativa di Vito Bianchi, consigliere comunale del movimento “in Comune” nonché archeologo specialista, l’amministrazione di Fasano ha avviato l’iter teso ad associare al nuovo Museo archeologico nazionale di Egnazia degli antichi affreschi, rubati nel 1847 da alcuni grandi sepolcri egnatini, ed esposti fino ad oggi nel Museo archeologico di Napoli. “Si tratta di documenti di grande pregio – spiega Vito Bianchi – risalenti all’età ellenistica (inizio III sec. a.C.), appartenenti a un più vasto programma decorativo che doveva esaltare la partenza a cavallo del guerriero, significativamente simboleggiato da una spada appesa al muro e da un enorme scudo rotondo, con al centro la rappresentazione del volto di Medusa (gorgoneion). Importantissima è poi l’immagine del cavaliere che tiene il cavallo per le briglie. Tali testimonianze storico-archeologiche non conoscono paragoni nell’antica Messapia, e fanno comprendere la storia, il prestigio e la ricchezza di Egnazia in epoca pre-romana, gettando ulteriore luce sull’archeologia dell’antica località pugliese, e contribuendo a migliorare sensibilmente la conoscenza della stessa area archeologica. In quest’ottica – continua l’archeologo fasanese – la ritrovata contestualizzazione geo-storica gioverebbe sia alla comprensione del valore storico-archeologico degli affreschi sia alla consapevolezza di un passato e di un patrimonio identitario. Peraltro, se nel Museo di Napoli le pitture egnatine, circondate da una messe straordinaria di reperti greco-romani (si pensi agli oggetti della sola Pompei), assumono un rilievo tutto sommato contenuto, viceversa, negli spazi del nuovo Museo archeologico nazionale di Egnazia, meno dispersivi, tali pitture si offrono agli occhi dei visitatori con evidenza certamente maggiore”. Proprio per l’inaugurazione del rinnovato Museo archeologico di Egnazia, la scorsa estate tali affreschi sono ritornati, temporaneamente, nel luogo da cui erano stati arbitrariamente sottratti oltre un secolo e mezzo fa. “Ma è giunto il momento – aggiunge Vito Bianchi – di richiedere ufficialmente che gli affreschi possano finalmente trovare una sistemazione non più temporanea, bensì definitiva, presso la terra da cui furono strappati, dove potrebbero essere coerentemente allocati grazie proprio al nuovo allestimento museale. Anche a livello di economia territoriale, gli affreschi possono certamente contribuire ad aumentare l’attrattività dell’area archeologica e del museo egnatino, incrementando i flussi turistico-culturali.” Pertanto, l’amministrazione comunale fasanese ha inviato una richiesta ufficiale, firmata da Vito Bianchi e dal sindaco, alla Soprintendenza archeologica di Napoli e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che fa seguito alla mozione consiliare presentata dallo stesso consigliere-archeologo e approvata, all’unanimità, dall’assise cittadina. “Nell’auspicio che il nuovo anno possa condurre alla restituzione del maltolto, e che il territorio fasanese possa vedere reintegrata una significativa parte del suo patrimonio culturale”, conclude Vito Bianchi.