Una bella iniziativa che, a detta dei partecipanti, deve essere ripetuta per il suo valore culturale e per l’opportunità di aver visto e conosciuto angoli nascosti del territorio silvano. Stiamo parlando del “periplo delle chiestette silvane”, l’itinerario messo a punto dall’Ecomuseo della Valle d’Itria sezione di Fasano e dall’Associazione Pro Selva che nello scorso fine settimana ha dato l’opportunità a centinaia di persone di visitare e scoprire alcune chiesette silvane di proprietà privata e non aperte al pubblico. L’itinerario ha previsto la vista a quatro cappelle. Dopo il raduno in largo Aquilino Giannacari, sotto la guida della docente di materie artistiche Maria De Mola il folto gruppo ha visitato la chiesetta del fragno, presso villa Amati, poi “la Centruda” presso Villa Bianco in viale della Acacie, la chiesa di san Michele nella proprietà Ciaia Bianco e la chiesetta don Giagnacolo in viale Toledo. Oltre a far conoscere le peculiarità artistiche, architettoniche, storiche ed ambientali, in ciascun sacro edificio è stata allestita una mostra di oggetti d’arte che hanno ulteriormente arricchito la passeggiata. Componenti dell’ecomuseo hanno distribuito guide sulle caratteristiche dei ari luoghi visitati e fornito spiegazioni circa le peculiarità e le essenze vegetali incontrate lungo il cammino, grazie alla presenza della biologa Maria Lucrezia Colucci. Inoltre sabato pomeriggio presso la “don Giagnacolo” in viale Toledo è stata scoperta la tabella turistica (realizzata dal sodalizio silvano presieduto da Rosanna Petruzzi) sulla storia della chiesa che prima della costruzione della chiesa Trullo del Signore era il luogo deputato al culto e alla celebrazioni dei residenti a Selva di Fasano.