Venrdi 2 agosto a Fasano nella Sala di rappresentanza del Palazzo municipale, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto di riapertura del Parco rupestre “Lama d’Antico” (sito in agro di Fasano), pregevole esempio in Puglia del cosiddetto “vivere in grotta”. Di proprietà del Comune che ne ha affidato la gestione, da appena un mese, alla fondazione “San Domenico onlus” (di Savelletri di Fasano) presieduta da Marisa Lisi Melpignano, il Parco, nato dal progetto di collegamento fra i tre siti rupestri confinanti fra loro, ossia “Lama d’Antico”, “San Giovanni” e “San Lorenzo”, è un insediamento di grande valenza ed uno dei più importanti di Puglia. Già attivo probabilmente dal X secolo d.C., si è ipotizzato che abbia ospitato una comunità di discrete dimensioni nelle cui grotte (circa una trentina, complessivamente) erano presenti trappeto, farmacia, laboratori, mulini, depositi. La chiesa centrale di “Lama d’Antico”, inoltre, vanta numerosi affreschi, così come le altre due chiesette presenti nelle “Lama S. Giovanni” e “Lama S. Lorenzo”. A dicembre scorso l’Amministrazione comunale aveva emesso un “Avviso pubblico” per la gestione del Parco; gestione che si è aggiudicata, per l’appunto, la fondazione “San Domenico onlus”, attivatasi sin da subito con l’effettuazione di una sorta di maquillage all’antico sito che aprirà al pubblico proprio questa sera. Ad introdurre il tema dell’incontro con gli organi d’informazione, “La nuova gestione del Parco Rupestre di Lama d’Antico, esempio di buone pratiche nel rapporto pubblico-privato”, il sindaco Lello Di Bari che, dopo i saluti ed i ringraziamenti alle autorità civili e militari presenti in sala e ai due «illustri relatori, il ministro dei Beni culturali Massimo Bray ed il prof. Cosimo Damiano Fonseca, presidente del Comitato scientifico della Fondazione “San Domenico onlus”», ha sottolineato come questo traguardo, ossia l’affidamento della gestione del Parco ad «un’istituzione culturale di vaglia come la Fondazione San Domenico, lo accarezzavamo da alcuni anni. Certamente, non voglio togliere alcunché alle organizzazioni che precedentemente hanno gestito il nostro splendido antichissimo sito rupestre – ha dichiarato Di Bari – però sono certo che i mezzi, le risorse, la competenza pluriennale e scientifico-culturale che può vantare la Fondazione in materia di siti rupestri, contribuiranno a valorizzare e rilanciare il Parco “Lama d’Antico” non soltanto in Puglia ed in Italia ma anche all’estero, conferendogli, dunque, quell’elemento d’attrattiva in più capace di calamitare turisti, vacanzieri e studiosi di settore, coniugando, dunque, cultura e turismo». Il prof. Cosimo Damiano Fonseca, accademico dei Lincei, ha sottolineato che «per cogliere nella sua significativa importanza l’atto che vede protagonisti da una parte l’Amministrazione comunale di Fasano e dall’altra la Fondazione San Domenico di Savelletri, bisognerà mettere in opportuno risalto che esso è il primo che viene sottoscritto nell’àmbito della salvaguardia e della tutela dei beni afferenti a quell’àmbito che la storiografia internazionale più accreditata riferisce alla categoria della ‘Civiltà rupestre del Mezzogiorno d’Italia’, a quarantatré anni dal primo dei convegni internazionali che intorno a questo tema vide il concorde impegno di studiosi europei. Comunque – ha aggiunto Fonseca – il seme gestito all’inizio degli anni Settanta ha avuto un lungo periodo di incubazione per maturare e rifiorire rigogliosamente all’inizio del terzo millennio in terra di Fasano, ricca di incisioni vallive entro le quali la vicenda rupestre ha scritto pagine di incomparabile valore. Il merito va senza dubbio sul piano scientifico e su quello operativo a due Istituzioni: alla Fondazione San Domenico di Savelletri di Fasano voluta con tenacia e determinazione da Marisa Melpignano e all’Amministrazione comunale di Fasano presieduta dal dr. Lello di Bari, sindaco della Città. La Fondazione – ha sottolineato Fonseca – ha tenuto in questi anni cinque convegni internazionali di studio e si accinge – nel prossimo novembre – a celebrare il ‘sesto’ i cui atti sono editi dal Centro italiano di Studi dell’Alto Medioevo di Spoleto, qui presente con il suo presidente prof. Enrico Menestò, peraltro vicepresidente della Fondazione San Domenico. L’Amministrazione comunale di Fasano con l’atto che oggi si compie, dopo aver portato a termine una complessa operazione di recupero e restauro del Parco rupestre di Lama d’Antico, delle chiese rupestri di San Lorenzo e San Giovanni, nell’intento di renderli fruibili, ne affida la gestione alla Fondazione San Domenico. Un atto, come è facile osservare – conclude Fonseca – con il quale politica e cultura trovano un felice punto di incontro nell’interesse della salvaguardia di un patrimonio che è parte integrante della civiltà meridionale». Il ministro dei Beni culturali Massimo Bray ha voluto ricordare il suo rapporto con il prof. Fonseca: «Mi rivedo oggi con il prof. Fonseca, dopo aver lavorato insieme alla Treccani decidendo di dedicare un volume alla figura di Federico II. In ogni caso, oggi è un giorno importante; come governo abbiamo approvato un decreto legge interamente dedicato alla cultura: erano 30 anni che non lo si faceva; e questo momento coincide proprio con l’inaugurazione odierna del Parco rupestre di “Lama d’Antico”. I siti rupestri e, in genere, il patrimonio dei nostri beni culturali sono un’autentica ricchezza e plaudo all’intelligenza di questo Comune e di chi, come la Fondazione San Domenico, con sensibilità si è impegnato ed ha lavorato in direzione della salvaguardia dei beni culturali. Adesso – ha continuato il ministro – occorre creare quelle condizioni che non soltanto valorizzino questo importante patrimonio culturale ma che finiscano con il coinvolgere la cittadinanza. Il governo, con l’approvazione odierna del decreto dedicato alla cultura ha dato un segnale forte al Paese: salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale in una logica di sistema, capace di produrre frutti valoriali (oltre a quelli in termini turistici) da trasmettere ai nostri figli. Lo Stato – ha concluso il ministro Bray – e gli Enti locali devono lavorare assieme e coinvolgere Istituti scientifici, Università, Scuole, finalizzando l’impegno alla salvaguardia ed alla valorizzazione del patrimonio culturale». La Fondazione San Domenico onlus é nata nel 2001 per promuovere lo studio, il recupero e la tutela del territorio di Fasano e Monopoli e in modo particolare degli insediamenti rupestri, di cui sopravvivono testimonianze estese, spesso integre. Un capitolo mirabile e poco conosciuto della storia europea, che fonde essenzialitá e raffinatezza, misticismo orientale e sobrietá pratica nella materia del paesaggio: pietra, luce, colore. L’attività della Fondazione si concentra in particolare sulle case-grotta e sulle chiese-grotta che emergono nei territori di Fasano e di Monopoli, con il loro contenuto (in primo luogo i preziosi cicli pittorici bizantini) e con l’ambiente in cui si inseriscono – e con cui formano un assieme unitario -. La Fondazione é stata voluta da Marisa Lisi Melpignano, imprenditrice e operatrice turistica, e ha sede nella Masseria San Domenico a Savelletri di Fasano. Avvalendosi del suo comitato scientifico, la Fondazione collabora con Università, specialisti di settore (antropologi, storici, archeologi, storici dell’arte, geologi), Sovrintendenze, Regione, Enti locali. Due i versanti della sua azione: per un verso stimola la ricerca promuovendo incontri, congressi, borse di studio e premi; nel contempo, elabora progetti di salvaguardia e valorizzazione. La convenzione sottoscritta lo scorso 27 giugno fra Comune e Fondazione per la gestione del Parco rupestre “Lama d’Antico” comprende a carico della stessa Fondazione la realizzazione dei lavori di bonifica e di risanamento del sito (già effettuati); i servizi di promozione turistica del Parco, la sua apertura quotidiana al pubblico, nonché i servizi di informazione e di accoglienza dei visitatori, di organizzazione di attività didattiche, culturali e ricreative, nonché l’attività di custodia e vigilanza diurna e notturna dell’intera area, la sua manutenzione ordinaria e straordinaria e il pagamento di tutte le utenze. La concessione dell’area sarà compensata dal diritto di svolgimento di tutti questi servizi, che il soggetto concessionario dovrà direttamente garantire, traendone il relativo reddito. Peraltro, la Fondazione attuerà anche il Piano di gestione del Parco (presentato in occasione dell’inoltro al Comune della domanda di partecipazione all’”Avviso pubblico” emesso dal Comune per l’affidamento della gestione del sito rupestre) che comprende valorizzazione delle strutture esistenti e degli spazi disponibili, promozione del Parco, programmazione pluriennale, programmi ed accordi di ricerca scientifica in ambito universitario e/o specialistico.

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