L’area archeologica di Egnazia compie 100 anni. Un secolo e non lo dimostra, visto che le continue campagne di scavo che si stanno succedendo in questi anni riportano alla luce reperti e resti che raccontano la storia e le vicende di un’area, peraltro la più vasta di Puglia, sulla quale il tempo ha marcato il suo passaggio per secoli. Era il 1912 quando lo Stato italiano, , paese giovane e alle prese con tanti problemi incaricò Quintino Quagliati, direttore del Museo di Taranto, di avviare un’ispezione archeologica in una zona a ridosso del litorale nei pressi di Fasano. Lì, in quell’area abbandonata e spesso meta di greggi al pascolo, fuoriuscivano dal terreno resti di edifici che la gente ricordava presenti da sempre Gli scavi, una volta avviati, durarono circa due anni e i risultati furono molto interessanti. Per la prima volta si iniziarono a restituire alla storia i ruderi di una città, quella di Egnazia che ogni giorno di più si riscopriva interessante ed importante. Vennero alla luce i resti di una città di mare, un porto luogo di culti e di commercio, ponte tra occidente ed oriente che cela ancora sotto terra importanti testimonianze di un passato glorioso. Con la presa di coscienza dell’importanza del sito purtroppo cominciò anche la spoliazione di necropoli e tombe, alcune delle quale di assoluto interesse, mentre i reperti accumulati presero la via di musei in Italia e all’estero fino agli anni ’70 quando l’area fu dotata dell’attuale museo. Per celebrare i 100 anni di indagini archeologiche nel giorno dal magico n. 12/12/12 si è svolta una cerimonia e un convegno che ha visto la partecipazione delle massime autorità culturali ed istituzionali della regione un convegno di studi e la proiezione di un documentario del titolo “Egnazia: un secolo di scavi per 3000 anni di storia” di Marco Visalberghi. Per questo centenario il muso archeologico nazionale di Egnazia si è dotato anche di un nuovo allestimento arricchendosi di mostre e di reperti venuti alla luce nelle ultime campagne di scavo e posizionati in espositori e vetrinette appositamente realizzati da maestranze artigianali del luogo. Dunque dopo un secolo di indagini archeologiche il museo di Egnazia si rifà il trucco e si propone a visitatori e studioso come fonte di informazione e di studi per conoscere la storia locale.