Parte da quei ricordi delle estati trascorse in Giordania il viaggio di Widad Tatami. Un viaggio a ritroso, prima ancora che un romanzo d’esordio, alla ricerca di una propria identità e che da quel “Caffe’ delle donne” (Mondadori) prende il titolo. Il libro vive di un crogiolo di culture e tradizioni, diviso tra Milano e Amman, proprio come la sua trentunenne autrice, nata in Italia ma figlia di un profugo palestinese fuggito dall’occupazione israeliana del 1967 e di una donna di origini ebree, la cui famiglia scappò a New York durante al seconda guerra mondiale. Protagonista, una giovane alter ego, Qamar, emigrata in Italia dove vive, studia, ha amici, che torna periodicamente in Giordania, presso la nonna. Qui, tra le luci del deserto, cresce la sua parte araba. Nella casa paterna si svolge il rito del caffé, che nella vita di Qamar non è mai solo una bevanda, ma da il ritmo alle stagioni, e in Giordania, racconta anche chi si diventerà. Basta premere il pollice nei fondi lasciati nella tazzina, secondo l’antichissima tradizione. Se la metà di Qamar è tutta, fortemente occidentale, la ragazza sentirà al contempo la necessità di recuperare le proprie radici mediorientali, mentre il destino la porterà sempre più lontana dalla Giordania. Un viaggio che non è solo personale, ma anche culturale. Alla ricerca dell’aroma della propria vita. Per parlare dell’utopia possibile dell’integrazione, l’Associazione culturale Centro Studi “Valerio Gentile”, nell’ambito del progetto SognoUtopiaProgetto, ha invitato la scrittrice Widad Tamimi, che vive a Lubiana (Slovenia), a presententare il suo ultimo libro “Il caffè delle donne” edito da Mondadori, a Fasano (Br), il prossimo 23 novembre, alle ore 18,30, presso la Sala delle Muse di Palazzo Pezzolla, in via Fogazzaro. L’appuntamento costituisce il secondo degli Incontri d’Autunno che il Centro “Valerio Gentile” organizza, dopo quello dell’ottobre scorso che ha visto ospite Walter Veltroni e il suo ultimo libro.