La presenza di turisti a Fasano cresce sempre di più con il passare del tempo. Peccato però che molto spesso i servizi rimangano gli stessi: carenti e inefficienti. Un esempio a caso è la stazione ferroviaria, vittima da tempo della chiusura della storica biglietteria, sostituita da un distributore self-service di titoli di viaggio. Una biglietteria automatica che dovrebbe, in teoria, facilitare la vita, ma che in realtà (quando funziona) presenta un grosso limite: non accetta denaro in contanti, ma solo carte di credito. Ovviamente a questo punto il problema non è solo dei turisti, ma di tutti coloro (fasanesi e non) vogliano usufruire del trasporto ferroviario e non sono dotati di carte elettroniche per i pagamenti. Al viaggiatore che si reca in stazione con l’obiettivo di acquistare il biglietto prima di partire, non rimane che rivolgersi al bar per i titoli di viaggio a fascia chilometrica (validi solo per il trasporto regionale). Ma se il bar-edicola è chiuso? Non rimane che acquistare il biglietto a bordo del treno, con una maggiorazione di 5 euro per il trasporto regionale. Così, facendo un esempio, il ticket per una tratta Fasano-Bari, da 3,90 € passa a 8,90 €. E tutto questo a guadagno di chi? Di certo non dei viaggiatori, e nemmeno dell’immagine della città di Fasano. Le proteste in stazione sono sempre le stesse. Ci si chiede perché a Bari la biglietteria self-service funziona anche con i contanti, mentre a Fasano no? Dagli uffici rispondono che la limitazione è dovuta a causa di numerosi precedenti furti con scasso avvenuti ai danni della macchinette. Ma i pendolari e viaggiatori ribattono: “Perchè allora non installate un piccolo sistema di videosorveglianza? Per quello che costano, staremmo tutti certamente più sicuri…”. Nessuno risponde all’appello. Intanto sulla macchinetta continua a fare bella mostra di sé il cartello: “Si avvisano i signori viaggiatori sprovvisti di biglietto […] di non rivolgersi al capostazione […] poichè non di sua competenza. Per eventuali lamentele rivolgersi presso la sede […] di Bari” Passano le stagioni e gli anni, ma i problemi rimangono gli stessi. E nessuno fa nulla per smuovere le acque e ripristinare un po’ di diritti.