Ci risiamo. Ogni volta che c’è di mezzo la Chiesa o qualche suo rappresentante, un qualsiasi argomento diventa l’occasione per un attacco nei confronti di un’istituzione che, nel bene e nel male, da oltre 2.000 anni rappresenta un punto di riferimento per milioni di persone. Sembra divenire sempre più palese il progetto di delegittimare la Chiesa infangandola e facendo credere all’opinione pubblica che non sia migliore di altri ambiti, come per esempio quello politico, con prelati dediti allo scandalo, alla pedofilia e alla truffa. Negli ingranaggi di questa macchina infernale è finito pure il buon don Giorgio Pugliese, parroco di s. Antonio abate in Fasano, da sempre dedito all’impegno pastorale e sociale, uomo giusto al punto di voler mettere in regola dal punto di vista previdenziale la “perpetua” divenuta colf per il fisco. E così vai con l’accertamento: per l’Agenzia delle Entrate avere la collaboratrice familiare, un’auto e una casa in campagna, peraltro ereditata dai genitori, non è giustificabile per un prete che percepisce uno stipendio da 1.000 euro al mese dalla Diocesi. E così qualcuno fa trapelare la notizia di un prete evasore a Fasano, e vai con la tempesta mediatica. Il povero don Giorgio, persone tanto umile, quanto riservata, si ritrova sulle pagine di tanti giornali e finanche in televisione quale cattivo esempio di ministro di Dio quasi non volesse “dare a Cesare quel che è di Cesare”. Don Giorgio ha chiarito tutto spiegando la non denunciabilità degli introiti provenienti dalle offerte dei fedeli in base al vigente Concordato tra Chiesa e Stato e dunque la buona fede e la mancanza di qualsivoglia irregolarità . Dunque tutto chiarito, nessuna frode o raggiro ai danni del fisco. Ma ormai il danno è stato fatto, un’altra bordata è stata sparata verso la barca della Chiesa con l’intento di farla affondare nel mare sempre più agitato del qualunquismo e del nichilismo. L’episodio ha perಠindignato tanto cristiani della città ; gli attestati di stima e solidarietà verso il sacerdote fasanese non sono mancati, su internet gira una lettera, sottoscritta da tanta gente, indirizzata al giornale che ha diffuso la “notizia”; insomma i cristiani di questa città si sono fatti sentire e non sono rimasti passivi (finalmente!). Se i romani perseguitavano i cristiani dandoli in pasto alle belve nel Colosseo, oggi l’arena è il circo mediatico e gli attacchi non sono al fisico, ma alla psiche e alla morale dei suoi rappresentanti. Non c’è che da indignarsi, anche per questo! La redazione di Radio Diaconia