Clima surreale a Fasano mercoledi pomeriggio alle ore 16,30 quando dalla chiesa del Purgatorio ha preso il via il corteo funebre col feretro di Ettore Colucci, lo sfortunato diciottenne morto all’lba di ieri mattina sulla SS 16 alle porte di Ostuni. Per 2 ore si è vissuto un clima di silenzio surreale, non un bisbiglio, non un trillo di telefonino, non una parola. Solo qualche singhiozzo e il garrìo delle rondini che volteggiavano nell’assolato pomeriggio di inizio estate. In migliaia, soprattutto giovani, si sono stretti intorno al feretro e alla famiglia, portando fiori ed esibendo striscioni per esprimere affetto nei confronti di un ragazzo buono, bravo e amato da tutti. Il mesto corteo si è trasferito in chiesa Matrice che in pochi minuti è divenuta stracolma di gente. Il rito funebre è stato officiato da don Sandro Ramirez priore in Fasano le cui parole erano attesissime da tutti i presenti. Don Sandro , ha ricordato come non sia la prima volta che ci si ritrova in chiesa per dare l’addio ad una giovane vittima della strada e ha invitato a non voler cercare circostanze o persone da poter incolpare per potersi liberare, ma invitato tutti a affidarsi e farsi abbracciare da Dio, per riscoprire tutti i motivi per cui la vita deve essere vissuta a pieno. “Quella di Ettore, ha affermato, era come uno spartito strappato troppo in fretta di cui abbiamo sentito solo l’inizio e ci era pieciuto. Adesso, invito tutti a vivere bene e pienamente ogni momento dell’esistenza anche per Ettore che continua a esserci vicini dal cielo. ” Al rito funebre è seguito il ricordo di tanti amici, compagni di scuola, insegnati , rappresentanti delle associazioni con le quali collaborava che hanno ricordato la bontà dello sfortunato ragazzo e le sue doti umane e professionali. Lunghi applausi hanno accompagnato l’uscita del feretro dalla chiesa, saluto dai presenti, migliaia di persone, con la canzone “E…” di Vasco Rossi, la stessa che aveva cantato lunedi sera in piazza Ciaia alla festa patronale (nella foto sopra) pochisime ore del tragico incidente che ne ha provocato la morte. Ettore Colucci, ha lasciato i genitori, un fratello quattordicenne, nonni, i compagni della IV F del Liceo Da Vinci, gli amici della banda S. Cecilia, i colleghi del Conservatorio di Monopoli dove studiava pianoforte e canto, gli amici dell’Azione Cattolica, gli attori del gruppo che mette in scena la Passione di Cristo dove qualche mese fa aveva interpretato san Giovanni Apostolo, una moltitudine di amici e di gente comune che pur non conoscendolo direttamente era orgogliosa dei successi di un concittadino che si stava affacciando nel mondo dello spettacolo.