Nei giorni scorsi, presso la sede del “Club amici della Selva”, in viale Toledo a Fasano, l’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati ha partecipato alla presentazione del libro “La Puglia e il suo Acquedotto“, di Michele Viterbo, un testo del 1954 che l’assessorato alle Opere Pubbliche ha provveduto a far ristampare in quanto insostituibile patrimonio storico ” culturale per l’intera Puglia. Il testo di Viterbo, a quasi 60 anni dalla prima pubblicazione, rimane un importante punto di riferimento storico, in quanto ripercorre tutte le fasi che hanno portato alla nascita del più grande Acquedotto d’Europa. Il libro narra una storia di giustizia e di equità , che rappresenta il passaggio alla civiltà . Fino al 24 aprile del 1915 infatti, giorno in cui in Piazza Umberto a Bari zampillಠl’acqua per la prima volta, soltanto i ricchi avevano il privilegio di attingere a cisterne private; i poveri invece prendevano l’acqua da vasche comuni che, oltre ad acqua piovana, introitavano di tutto, procurando malattie come il colera. Tutto questo successe fino a quando un ingegnere, Camillo Rosalba, non si rese conto della necessità di prendere l’acqua da Caposele. Il liberale Giolitti poi revocಠla concessione per lo sfruttamento delle sorgenti a Zampari per istituire il Consorzio per l’Acquedotto Pugliese. La nuova edizione del libro è stata ulteriormente arricchita con una prefazione dell’assessore Amati e con una Postfazione di Massimiliano Scagliarini che dà conto degli ultimi 50 anni di vita dell’Acquedotto, a quasi un secolo dalla sua nascita.