Le ristrettezze idriche che stanno interessando il territorio fasanese “che non possiamo che definire emergenza ” afferma il sindaco Lello Di Bari ” mi hanno spinto, dopo una lunga serie di incontri con tecnici e dirigenti dell’Acquedotto pugliese svoltisi nelle ultime due settimane, ad emettere un’ordinanza certamente dura nel contenuto ma che ” sottolinea Di Bari ” si è resa necessaria per evitare situazioni di pericolo igienico-sanitario. In ogni caso ” annuncia il sindaco ” chiunque si trovasse nella reale necessità di dover essere rifornito d’acqua per usi strettamente primari, potrà rivolgersi al comando di Polizia municipale allo 080.4414254 per richiedere sacche d’acqua o autobotti. Purchè quest’acqua venga utilizzata solo per bisogni primari”. L’ordinanza del sindaco, infatti, prescrive, fino al 30 settembre prossimo, “di limitare il prelievo e consumo privato dell’acqua erogata dal pubblico acquedotto alle finalità primarie dell’uso potabile, alimentare, igienico e domestico, restando conseguentemente vietato l’uso improprio dell’acqua per finalità non strettamente essenziali. Pertanto, si ordina di non utilizzare l’acqua prelevata dal pubblico acquedotto per il lavaggio di aree condominiali, cortili, piazzali, giardini, orti e parchi; nè per il lavaggio di veicoli a motore o natanti e neanche per il riempimento di piscine, vasche, fontane ovvero per altre abusive finalità caratterizzate da spreco”. Il sindaco ordina, altresì “agli organi preposti alla gestione del servizio idrico, con decorrenza dalla data odierna e fino al 30 settembre di provvedere alla chiusura di fontane e vasche ornamentali non provviste del sistema del ricircolo, nonchè delle pubbliche fontane di erogazione prive di funzionante rubinetto di arresto”. Al sindaco Di Bari, fra giovedì e venerdì della scorsa settimana erano giunti la copia della denuncia presentata ai carabinieri dall’associazione “Pro-Selva” ai danni dell’Aqp per “interruzione di pubblico servizio” e la petizione firmata da 147 cittadini della contrada Coppolicchio (la zona più alta di Fasano) che lamentavano la mancata erogazione d’acqua da almeno 20 giorni.