Con un provvedimento dei dirigenti comunali di Fasano, Rosa Belfiore (responsabile Lavori pubblici), Cheti Narracci (segretaria generale) e Ottavio Carparelli (capo dell’avvocatura ) è stata revocata la vendita dell’edificio ex scuola elementare di Laureto, di proprietà comunale, a “Mitapast s.r.l.”, società che si era aggiudicata l’1 febbraio 2001 la gara per la vendita dell’immobile alla cifra di lire 268.800.000 (pari agli attuali euro 138.823,61). La gara era stata indetta dal Comune di Fasano il 21 dicembre 2000. La decisione è scaturita “una volta accertato l’inadempimento di Mitapast s.r.l. rispetto a quanto previsto dalla lex specialis, in relazione all’obbligo del pagamento del prezzo dell’immobile aggiudicato, (che sarebbe dovuto avvenire entro i dieci giorni successivi la formale comunicazione di aggiudicazione, n.d.r.)”, scrivono nell’atto di revoca i tre dirigenti, che aggiungono a sostegno del procedimento l’esistenza di “(“¦) evidenti motivi di interesse pubblico all’adozione del provvedimento di revoca, ritenuti preminenti e/o prevalenti, in sede di comparazione, rispetto all’interesse privato di Mitapast “. La vicenda ha avuto inizio il 21novembre 2000, con l’assunzione da parte del Consiglio comunale di una delibera con la quale si dava mandato all’Amministrazione di alienare l’immobile. Così, il 21 dicembre successivo si indiceva la licitazione privata e si stabiliva che i proventi della vendita fossero destinati alla realizzazione di opere pubbliche. Successivamente, sono decorsi i dieci giorni entro i quali la società avrebbe dovuto effettuare il pagamento per l’acquisto dell’immobile, a seguito del quale, il verbale di aggiudicazione avrebbe assunto valenza di contratto per il passaggio di proprietà . In seguito, l’11 marzo 2002, pur non avendo ancora provveduto al pagamento, la ditta richiedeva formalmente la consegna dell’immobile, comunicando che lo stesso non era libero da cose e persone. Il 22 successivo, il Comune comunicava l’avvio di una verifica sull’occupazione abusiva dell’edificio lauretano. Seguiva, quindi, una copiosa corrispondenza tra le parti, così che, il 30 gennaio 2003 il Comune comunicava la disponibilità a liberare l’ala occupata dell’immobile, mentre il 16 giugno dell’anno successivo ne proponeva la consegna parziale. Nel frattempo, il 6 agosto 2003, la Mitapast citava in giudizio il Comune per il ritardo nella consegna dell’edificio, contestualmente chiedendo risarcimento danni di 400.000 euro (il giudizio è ancora pendente). Il Comune, dal canto suo, si costituiva in giudizio e diffidava più volte l’occupante abusivo a liberare l’immobile, giungendo, nello scorso gennaio, alla decisione di sgomberare l’edificio con l’intervento dei vigili urbani. A seguito di cià², “Mitapast” veniva invitata a stipulare il contratto e a versare quanto dovuto nelle casse comunali, dato che, per altro, il 19 dicembre precedente si era tenuta a palazzo di città una riunione fra le parti nella quale si era stabilito che entro il 28 febbraio 2007 si sarebbe proceduto alla consegna dell’immobile con destinazione d’uso variata, in senso commerciale. Un’ultima comunicazione è stata inviata da parte del Comune il 17 gennaio scorso, invitando “Mitapast” a pagare quanto dovuto entro il giorno seguente, pena la revoca del provvedimento di aggiudicazione. Così, in assenza del versamento di quanto dovuto da parte della ditta, è stata formalizzata la revoca della vendita. Il provvedimento verrà comunicato al Consiglio Comunale, affinchè adotti una decisione circa l’uso dell’immobile, non escludendo l’avvio di una nuova gara per la sua alienazione dal patrimonio comunale.