La consegna dei riconoscimenti all’interno dell’Ecoforum “Economia Circolare – lavori in corso” tenutosi a Bari presso il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese.
Legambiente: “Per liberarsi dalla dittatura delle discariche e degli inceneritori, serve diffondere la raccolta differenziata domiciliare, aumentare la qualità per facilitare il riciclo e realizzare tanti impianti industriali dell’economia circolare, a partire dai digestori anaerobici”
Le sfide dell’economia circolare e le buone pratiche che sempre più prendono piede sul territorio sono stati al centro della III edizione dell’Ecoforum Puglia dal titolo “Economia Circolare – lavori in corso”, organizzato da Legambiente, con il patrocinio dell’Assessorato all’ambiente della Regione Puglia, con la collaborazione di Acquedotto Pugliese che ha ospitato l’evento presso la sede storica di via Cognetti a Bari.
Sebbene la Puglia sia una delle regioni relegata alla parte bassa della classifica nazionale quanto a percentuale di raccolta differenziata con una media del 58,6% (peggio fanno solo Molise, Liguria, Campania, Lazio, Calabria e Sicilia), molte realtà locali hanno colto l’importanza di questo impegno e lavorano incessantemente per migliorare i dati di raccolta e a ridurre i conferimenti di indifferenziato. Questo emerge dal rapporto in cui, oltre a fotografare lo stato dell’arte, fanno testo le performance in relazione all’anno precedente, con numerosi comuni che hanno mostrato incrementi importanti nelle percentuali di raccolta.
“L’economia circolare – spiega Daniela Salzedo, direttrice di Legambiente Puglia – ha bisogno della diffusione della raccolta differenziata domiciliare in tutti comuni, della tariffazione puntuale per premiare le utenze più virtuose, di maggiore attenzione sulla qualità per facilitare il riciclo successivo e di una impiantistica regionale valida e diffusa su tutto il territorio regionale. Fino ad oggi, purtroppo, le sindromi NIMTO degli eletti (non durante il mio mandato elettorale) e NIMBY dei cittadini (non nel mio giardino) hanno troppe volte condizionato le scelte delle amministrazioni facendo diventare una impresa titanica anche la creazione di un centro comunale di raccolta. Dobbiamo superare una volta per tutte questi pregiudizi per realizzare anche in Puglia gli impianti industriali dell’economia circolare¸a partire dai digestori anaerobici per produrre compost e biometano”.
Il dossier “Comuni Ricicloni Puglia” è l’occasione per un confronto su ciò che è stato fatto e quanto invece rimane da fare, mettendo in rete i consorzi di filiera, le associazioni di categoria, le imprese, gli enti di ricerca e gli esperti di settore con l’obiettivo di supportare i Comuni nel trovare le soluzioni migliori. Anche su scala regionale il report ha l’obiettivo di implementare quantitativamente e qualitativamente la differenziata, primo passo verso il riciclo e l’economia circolare.
“È del tutto ideologico – aggiunge Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – continuare a promuovere lo slogan ‘Rifiuti zero’ se non lo si affianca con ‘Impianti mille’, lavorando concretamente sul territorio per far realizzare le infrastrutture impiantistiche innovative finalizzate al riuso e al recupero di materia. Sono interventi fondamentali se si vogliono davvero evitare nuove discariche o termovalorizzatori, sostenuti da un partito trasversale. La missione dell’economia circolare potrà essere compiuta solo costruendo una rete di alleanze in cui mettere insieme le imprese innovative, che vogliono fare nuovi impianti industriali, con i Comuni ricicloni e rifiuti free, stanchi di trasportare su gomma la propria differenziata a distanze enormi, aumentando l’inquinamento prodotto e la tariffa per coprire i costi del servizio”.
Il report, come sempre, parla anche di buone pratiche, di iniziative e ricerca, di attività costanti nel trovare soluzioni a questioni ambientali aperte, come ad esempio quella dei fanghi di depurazione: “La quasi totalità dei fanghi dei 185 depuratori gestiti da Acquedotto Pugliese – sottolinea Rossella Falcone, consigliera di amministrazione di AQP delegata alla sostenibilità – finisce in impianti di compostaggio per ritornare quindi all’agricoltura. È un ottimo punto di partenza, ma la sfida è sempre quella di ridurne quantità e peso con processi di trattamento innovativi come le serre solari. Grazie a sperimentazioni come la produzione di biocarburanti e progetti già avviati come la cogenerazione elettrica da biogas, inoltre, i fanghi di depurazione da rifiuto diventano sempre più una risorsa”.
Nel percorso di chiusura del ciclo dei rifiuti emergono le storie di buone pratiche come quella di Wakonda, l’esperienza di Archeoplastica impegnata nella raccolta e catalogazione dei rifiuti di plastica rinvenuti sulle spiagge e lo straordinario lavoro del circolo Legambiente di Maruggio, iniziato col centro di riuso (progetto ECCO) che oggi si arricchisce di altre esperienze.
I COMUNI RIFIUTI FREE
Sono i comuni che oltre ad aver raggiunto l’obiettivo minimo di differenziata al 65% (obiettivo al 31.12.2012 fissato dal d.lgs 152/2996) contengono al di sotto dei 75kg/a/ab il rifiuto secco conferito in discarica.
Rispondono a questi requisiti solo 8 comuni in tutta la regione.
Bitritto in Provincia di Bari (RD 81,6%) con un pro-capite secco residuo per abitante di 62,5 kg per anno.
Tre sono invece i comuni rifiuti free in provincia di Foggia:
Volturino (RD 76,6%, 68,2 kg di secco per abitante/anno conferito),
Roseto Valfortore (RD 76%, 71,2 kg di secco per abitante/anno conferito)
Ascoli Satriano (RD 74%, 71,5 kg di secco per abitante/anno conferito).
Quattro in provincia di Taranto con
Laterza (RD 83,7%, 58,9 kg di secco per abitante/anno conferito),
Mottola (RD 83,7%, 62 kg di secco per abitante/anno conferito),
Montemesola (RD 82,4%, 73,1 kg di secco per abitante/anno conferito)
Monteparano (RD 79,8%, 74,6 kg di secco per abitante/anno conferito).
COMUNI RICICLONI COSTIERI
Le località su cui insiste l’impatto turistico che ha conosciuto una crescita esponenziale negli ultimi 5 anni si trovano a fronteggiare numeri importanti di conferimento (non sempre corretto) peraltro concentrati in periodi brevi dell’anno. Il rapporto premia le 6 località costiere che, più di altre, sono riuscite a rimodulare i servizi di raccolta in base alle mutevoli esigenze dei territori, mantenendo tuttavia l’obiettivo di raccolta al di sopra del 75% fissato dalla legge. E’ il caso dei comuni di:
Leporano (TA) con RD al 86,9%,
Polignano a Mare (BA) con RD al 77,7%,
Mola di Bari (BA) con RD al 77,6%,
Fasano (BR) con RD al 76%,
Monopoli (BA) con RD al 75,9% e
Trani (BAT) con RD al 75,3%.
I COMUNI CAPOLUOGO
Per quanto riguarda le performance dei comuni capoluogo solo
Trani supera la soglia del 75% di differenziata (con un dato del 75,3%), mentre al di sopra del 65 si posizionano
Lecce (al 67,6% con un incremento del 3,3% rispetto all’anno precedente)
Barletta (con RD al 67,5%)
Andria di poco sotto la soglia (RD al 61,7%).
Restano lontane dagli obiettivi minimi
Brindisi (RD 43,5%, 288,3 kg di secco per abitante/anno conferito),
Bari (RD 39,7%, 333,2 kg di secco per abitante/anno conferito),
Taranto (RD 27,4%, 396,3 kg di secco per abitante/anno conferito) e
Foggia (RD 17,3%, 410,2 kg di secco per abitante/anno conferito)
I PARTNER DI ECOFORUM
La terza edizione di Ecoforum Puglia è stata possibile grazie al supporto concreto del Gruppo Esposito, di Iterchimica, di Navita, Irigom, di Wakonda, di Officine sostenibili e del Consorzio Italiano Compostatori.