Lo comunica il consigliere regionale Fabiano Amati che minaccia di rivolgersi all’ANAC e che ritiene trattarsi di un’operazione per non applicare le penali.
“Suona come una beffa l’ulteriore proroga del termine dei lavori per il nuovo ospedale Monopoli-Fasano, un’opera che ha già subito molti ritardi nel corso degli anni“.
A parlarne, in una nota, è il consigliere regionale e Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati: “Per me e credo per tutti i pugliesi, il termine di fine lavori dell’ospedale Monopoli-Fasano è il 25 aprile 2023, altrimenti sarà ‘guerra’ perché le persone muoiono. Apprendo oggi di una proroga del fine lavori al 24 luglio 2023, ossia altri tre mesi, motivata dal potenziamento dell’impianto fotovoltaico ma utilizzata in modo fasullo, cioè per nascondere ulteriore ritardo sulle opere diverse dal fotovoltaico, così da sottrarre l’appaltatore dall’applicazione delle penali. Attenderò qualche giorno per sventare questo tentativo, così come si sono impegnati a fare i dirigenti della ASL Bari, e se questo non sarà possibile segnalerò i fatti all’Autorità nazionale anticorruzione-Anac.”
“Sino a qualche giorno fa – afferma Amati – nonostante dati abbastanza incerti sulla percentuale di produzione e scuse varie su Covid, aumento prezzi e problemi bellici, sapevano che il fine lavori sarebbe stato quello del 25 aprile 2023, con slittamento al 24 luglio 2023 limitatamente al potenziamento del fotovoltaico.
Apprendiamo oggi, invece, che il nuovo cronoprogramma presentato dall’appaltatore e non ancora approvato dalla Asl, utilizza gli ulteriori 90 giorni di proroga per il potenziamento del fotovoltaico per giustificare i ritardi sulle altre opere da terminare entro il 25 aprile 2023, così da sterilizzare il potere della Asl di applicare le penali.
Metto in guardia i manager Asl dal non approvare il nuovo cronoprogramma, pena un giudizio di complicità con l’impresa appaltatrice foriero di responsabilità quantomeno contabile. Spiace osservare, infine, la mancata osservanza dell’impresa agli ordini di servizio della Asl, relativi ai doppi turni di lavoro così come previsti dal contratto e la mancata relativa applicazione delle penali.
Tutto questo scenario di furbizie e omissioni mi stupisce fortemente, perché fornisce la misura di quanto i manager della Webuild si sentano immuni dai dolori umani, con scarsa capacità d’immedesimarsi nella condizione dei malati o dei potenziali malati. Beati loro. Tra qualche giorno darò notizie di ulteriori iniziative eclatanti di pressione e impulso” conclude Amati.