In uno scenario naturale immobile, tra gli ulivi secolari illuminati da qualche stella e da una luna fattasi con forza spazio tra le nuvole sparse nel cielo, si è consumato l’incantesimo musicale di Ludovico Einaudi.
Ieri sera, giovedì 11 agosto, il Parco Rupestre di Lama d’Antico ha incorniciato il primo dei tanto attesi tre concerti del celebre pianista italiano di fama internazionale (le altre esibizioni sono previste per questa sera e domani, tutte sold out) organizzati da Bari In Jazz in sinergia con l’Amministrazione comunale di Fasano.
Un vero incanto quello creatosi tra la leggiadria della Musica e l’ambientazione, illuminata all’occorrenza con luci di colore rosso e blu, perfetta per Underwater, ultimo album del compositore, ideato durante i mesi di chiusura per Covid. E come dalla profondità degli abissi si arriva in superficie, così le note di Einaudi esprimono un senso di liberazione e ritorno alla vita, un respiro profondo in un mare di emozioni, in una natura rigenerante. Qualche inconveniente di ordine logistico e organizzativo ha solo dilatato l’inizio del concerto, che ha poi ipnotizzato i tantissimi spettatori giunti da ogni dove. «La mia scelta di fare un concerto in luoghi così particolari e unici comporta qualche difficoltà» ha dichiarato lo stesso Einaudi all’inizio del concerto.
Difficile raccontare due ore di uno spettacolo unico – e senza troppe anticipazioni per chi ci assisterà nelle due prossime serate–: da Atoms sono susseguiti uno dopo l’altro diversi brani, in un crescendo di misticismo. Dalle origini ai tempi attuali, Einaudi ha eseguito brani incastonati come pietre preziose in una serata incantevole. Da Wind song, Rolling Like a Ball, Flora, Almost June a Divenire, Nuvole Bianche ed Experience, canzone tratta dall’album “In a time Lapse” (2013).
Le magistrali esecuzioni, talvolta accompagnate sul palco dalla maestria di Redi Hasa al violoncello (il cui concerto è in programma al Minareto per il 16 agosto sempre nel programma di “Bari In Jazz”, ndr), Federico Mecozzi al violino e Francesco Arcuri all’elettronica e percussioni, sono state un “divenire” di bellezza, suggellata dalla vegetazione rigogliosa, da lame e ulivi pluricentenari, testimoni silenziosi di uno spettacolo ricco di suggestioni e tanta meraviglia.
Per RD Notizie – Angelica Sicilia