Il nuovo Ospedale del Sud-Est Barese di Monopoli-Fasano è al 50% dei lavori, mentre arriva a 850 il numero di persone impiegate finora (tra diretti e indiretti) e a 130 quello dei fornitori coinvolti dalla partenza del progetto.
Quasi ultimati inoltre i 2km di “muretti a secco”, una lavorazione unica della regione con la pietra naturale del Salento dal tipico colore ambrato, riconosciuta nel 2018 dall’Unesco come Patrimonio immateriale dell’Umanità. Al via anche gli interventi propedeutici alla posa dei frangisole in legno sulle facciate e sugli infissi in vetro dell’ospedale.
Sono questi i risultati messi in cantiere col nuovo anno dal Gruppo Webuild che sta realizzando il presidio sanitario d’eccellenza pugliese, commissionato dall’ASL Bari e dalla Regione Puglia: 299 posti letto e 9 sale operatorie su una superficie complessiva d’intervento di 178mila metri quadri. Una volta ultimata, la struttura garantirà il potenziamento e l’ammodernamento della capacità di offerta ospedaliera della regione a beneficio di un bacino di utenza di 236.000 persone.
Il nuovo ospedale di Monopoli-Fasano si distingue come un “green building”, che rispetta i principi definiti con gli SDGs (Sustainable Development Goals), gli obiettivi di sviluppo sostenibile lanciati dall’Onu e rappresenta una modalità innovativa di costruzione con grande attenzione al recupero e al riutilizzo dei materiali nel territorio. Un’opera moderna, ma che verrà realizzata anche per mezzo dell’antica tecnica dei “muretti a secco”, parte integrante dell’eco-design del presidio, un elemento caratteristico fatto di blocchi di pietra realizzati ex-novo o ripristinati, che sorgono lungo i confini dell’area ospedaliera e nelle zone verdi della struttura. Gli stessi materiali impiegati per la realizzazione e il ripristino dei muretti, opportunamente frantumati e vagliati, vengono utilizzati anche per la costruzione dei sottofondi stradali per la viabilità interna all’ospedale, per i rinterri e per le opere di drenaggio.
Il nuovo Ospedale di Monopoli-Fasano avrà anche un impianto fotovoltaico con capacità di 512Kw e prevede il reimpianto nell’area di progetto di ben 199 ulivi secolari. Tutte soluzioni progettuali nate dall’idea di concepire il nuovo presidio come “un ospedale in un parco”, in perfetta armonia tra la valorizzazione delle tradizioni locali e la creazione di un’opera moderna per la salute delle persone.
Secondo il cronoprogramma i lavori devono concludersi entro il 25 aprile 2023.