Il Distretto del Cibo Sud Est Barese estende il proprio territorio di riferimento dalla Murgia fino alla Valle D’Itria.
È ufficiale l’estensione del territorio di riferimento del Distretto del Sud Est barese: la Giunta Regionale della Regione Puglia, nella seduta del 22/12/2021 con atto n. 2200 ha definitivamente approvato l’ampliamento, ai sensi dell’art. 8 comma 9 della L.R. 23/2007 ed il Consiglio d’Amministrazione del Distretto ha deliberato l’ingresso dei 109 nuovi soci allo scadere del 2021.
La nuova area territoriale di competenza abbraccia complessivamente 30 comuni dalla cosiddetta cintura metropolitana a ridosso della Città di Bari attraverso la Murgia per giungere fino alla Valle d’Itria. La compagine sociale è letteralmente raddoppiata.
Dei nuovi 109 soci ben 46 provengono dall’area del GAL Valle d’Itria coinvolgendo operatori dei comuni di Cisternino, Fasano, Martina Franca e Locorotondo. Il distretto rappresenta uno strumento principe per intercettare importanti opportunità finanziarie provenienti da fondi pubblici di carattere regionale, nazionale e comunitario. E già con la pubblicazione da parte del Ministero delle Politiche Agricole, del prossimo Bando per i contratti di filiera sarà possibile per le aziende socie avviare progetti di ampliamenti e crescita.
“La Valle d’Itria è evidentemente un’area che risponde proattivamente a stimoli quali quello del Distretto, e per questo va fatto un plauso agli operatori che hanno dato seguito all’appello del GAL- sottolinea il Presidente del GAL Valle d’Itria, Giannicola D’Amico – Per contro, questi numeri sono anche il frutto dei rapporti di fiducia consolidati e di una efficace attività di animazione svolta in questi anni per una promozione mirata delle eccellenze locali“.
I Distretti del Cibo sono stati istituiti dal Ministero delle Politiche Agricole (MIPAAF) con la Legge di Bilancio 2017 con l’intento di realizzare un nuovo modello di sviluppo per il sistema agroalimentare italiano, volto a promuovere nuove forme di aggregazione tra imprese, favorire lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale, rafforzare la sicurezza alimentare, la diminuzione dell’impatto ambientale e la riduzione dello spreco alimentare salvaguardando il territorio ed il paesaggio rurale.