Presso una masseria alla periferia di Fasano una grotta in cui sarebbero state sepolte le vittime della peste del 1690
Della cavità se ne conosceva l’esistenza, anche perché citata nei libri di storia della città. Si racconta che in essa venivano sepolti i morti per peste a fine del 1600. La grave “degli appestati” si trova presso la masseria Casaburo, probabilmente possedimento dei cavalieri di Malta, amministratori per secoli di Fasano (su una chianca è scolpita la caratteristica croce ad 8 punte tipica dell’ordine di Malta) e in passato era stata sommariamente esplorata. Di proprietà della famiglia di Donato Mancini, giornalista e attuale presidente del Circolo della Stampa, la cavità è stato oggetto anche in tempi recenti di esplorazioni che però non avevano rilevato presenze di resti umani. Nei giorni scorsi, per iniziativa del consigliere Regionale Fabiano Amati e con l’ausilio di esperti speleologi è stata effettuata una approfondita ispezione che ha portato alla scoperta di un teschio umano.
Sui propri canali social Fabiano Amati ha annunciato: “Sono sceso nella Grave con uno speleologo e una troupe cinematografica che sta realizzando un docufilm su Dante e le cavità pugliesi, ed ecco la straordinaria scoperta. Un teschio. Non sappiamo, ovviamente, se di uomo o donna, ma siccome oggi si festeggia la Madonna di Loreto abbiamo pensato di chiamarla Laurenzia.
Laurenzia, la donna di Fasano, uccisa dalla peste del 1690 e ritrovata il 10 dicembre 2021. Una leggenda racconta che ogni sera dagli ingressi del crepaccio echeggino i lamenti di quelle anime intrappolate laggiù, che reclamano il riposo eterno. Mi piace pensare che da stasera riposeranno in pace, perché ci hanno finalmente fatto sapere. Grazie a Donato Mancini, proprietario della Grave, curioso come noi e sempre disponibile ad aprire con la sua amabile moglie la porta di casa, e grazie ai miei “compagni” d’avventura Carlos Solito, Gianluca Selleri, Federico Passaro, Stefano Passaro e Christopher Solito”.
La grotta di masseria Casaburo è uno dei tanti esempi di cavità sotterranee presenti in tutto il territorio carsico pugliese e anche a Fasano. Alla spelonca, a cui si accede attraverso dei “fori” sulla volta, si presenta come un ampio antro caratterizzato dalla presenza di concrezioni calcaree simili a primordiali stalattiti, rivenienti dallo stillo dell’acqua attraverso le fessure della roccia. Il piano di calpestio è situato ad una decina di metri al di sotto dei fori di ingresso. L’nterno, molto ampio, è occupato da numerosa maceria riveniente dallo spietramento dei campi e qui depositata sin dai secoli passati. Il teschio è stato ritrovato sepolto non lontano dall’accumulo di pietrame e dunque ulteriori indagini sarebbero necessarie per appurare la presenza di altri resti umani che potrebbero essere stati ricoperti dall’ingente materiale depositato nel tempo. Ulteriori ritrovamenti servirebbero ad attestare con prove concrete l’utilizzo della grotta come “cimitero” delle vittime della peste di 330 anni fa.