Quanto emerso dai recenti ultimi due tavoli – il primo tecnico svoltosi a Bari il 10 aprile scorso, il secondo politico tenutosi a Lecce l’11 aprile – circa gli impegni della Regione Puglia per la salvaguardia degli ulivi secolari e millenari, che ricadono nella Piana degli ulivi monumentali, dall’avanzare del batterio Xylella fastidiosa,  recepisce le richieste che C.I.A. – Agricoltori Italiani di Puglia ha da sempre avanzato.

Gli impegni confermati sia dal direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Gianluca Nardone, che dall’assessore regionale Leonardo Di Gioia, circa l’avvio di un protocollo con l’Università per dare avvio alla sperimentazione del sovrainnesto nella Piana, e la strutturazione di nuovi bandi del Psr per destinare risorse finanziare agli agricoltori disponibili a reinnestare gli ulivi secolari con cultivar resistenti, rappresentano sicuramente una buona base di partenza per avviare, nella Piana degli Ulivi, tale sperimentazione e per bloccare l’avanzata del batterio.

“In tutte le audizioni e in tutti i tavoli tecnico-politici, sia a livello regionale che nazionale, ai quali abbiamo partecipato negli ultimi mesi – dichiara il vicepresidente regionale di C.I.A. – Agricoltori Italiani Puglia, Giannicola D’Amico – abbiamo evidenziato la necessità di prevedere forme di tutela degli ulivi secolari e monumentali, che rappresentano una importante componente paesaggistica oltre che un forte attrattore turistico. Quanto annunciato sia dal direttore Nardone, circa l’avvio di un protocollo con l’Università per dare avvio alla sperimentazione del sovrainnesto nella Piana, che dall’assessore regionale Di Gioia relativamente alla strutturazione di nuovi bandi del Psr per destinare risorse finanziare agli agricoltori disponibili a reinnestare gli ulivi secolari, lo riteniamo positivo. Anche lo stesso ministro Centinaio, nell’incontro svoltosi a Lecce nei giorni scorsi, ha assicurato particolare attenzione agli ulivi secolari di Puglia. Ciò ovviamente non prescindendo dal rispetto delle norme comunitarie, nazionali e regionali circa le attività preventive obbligatorie per ridurre la presenza di inoculo e per fermare la avanzata del batterio. Si tratta ora di non perdere altro tempo e di attendere il varo delle procedure di sovrainnesto che devono essere codificate dalla comunità scientifica, la indizione di specifici corsi di formazione per innestatori, e la emanazione dei relativi bandi, i cui finanziamenti sono indispensabili e dovuti per non far ricadere anche questo onere sulle spalle degli agricoltori. Ribadiamo, infatti, quello che abbiamo sempre sostenuto che la Xylella non attende i tempi della politica, della burocrazia e della giustizia, e che il nostro riferimento è la scienza e non la fantascienza”.

“Diamo atto alla Regione Puglia di aver recepito quanto da noi richiesto e sostenuto in tutte le occasioni di confronto e concertazione, non ultimo l’importante incontro organizzato ad Ostuni (Br) l’8 marzo scorso dal Gal Valle d’Itria e dal Gal Alto Salento, insieme al Parco delle Dune costiere, convocato per dare urgente operatività alle deliberazioni regionali in materia di monitoraggio, trattamenti fitosanitari, e sperimentazione del sovrainnesto nella Piana – evidenzia Piero De Padova, presidente provinciale di C.I.A. – Agricoltori Italiani Due Mari (Taranto-Brindisi) -. A quell’incontro, al quale partecipammo come C.I.A. – Agricoltori Italiani e al quale erano presenti i sindaci e i rappresentanti di tutti i Comuni che ricadono della Piana degli Ulivi oltre che autorevoli rappresentanti della Università di Bari e del Centro Ricerca e Sperimentazione in agricoltura “Basile-Caramia” di Locorotondo, ribadimmo al direttore Nardone che la sperimentazione della tecnica del sovrainnesto delle varietà tolleranti e resistenti è da avviare al più presto con adeguata destinazione di risorse finanziarie, prevedendo anche di estenderla, una volta consolidata, anche agli ulivi presenti fuori dal territorio della Piana aventi carattere di monumentalità. Pur nella logica della convivenza è al momento l’unica alternativa al dissecamento e alla distruzione di un patrimonio unico. È quindi obbiettivo unitario di tutto il territorio. Della C.I.A. – Agricoltori Italiani, ma anche dei Gal, dei Sindaci, del Parco, della comunità scientifica”.

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