Restaurato con coperta pergamenacea e piatti cartonati, e risarcito in qualche carta lacunosa da una ditta specializzata di Roma, il prezioso volume manoscritto è stato donato all’Archivio Diocesano di Conversano dal dott. Rocco Murro di Conversano.

Il titolo in inchiostro rosso reca la seguente dicitura: Libro di casa / fatto da me / sacerdote d. Giovanni / dell’Erba / nel primo di gennajo / di questo anno / 1764. / Anno di calamità e di miserie e / a dovizia pieno.

Giovanni dell’Erba di Castellana fu ammesso agli ordini minori il 17 luglio 1748 con nomina speciale di titolare del beneficio di S. Maria del Caroseno, e al sacerdozio il 3 ottobre 1755. Il catalogo dei preti di Castellana, redatto dai compianti Marco Lanera e Nicola Pellegrino, lo registra deceduto l’8 agosto 1787.

Il volume in formato 4° consta di ff. [1r-14 v], 1r-223v, [224r-263r], reca un iniziale indice alfabetico redatto per nome e poi cognome secondo lo stile dei protocolli notarili. Il suo contenuto è essenzialmente dedicato alla contabilità della facoltosa famiglia che data dal 1764 al 1837 con interessanti annotazioni ante e post queste date croniche.

Riporto il sonetto dalle risonanze barocche [f. 2r] che precorre l’indice.

Giro col mio pensiero il mondo, e lasso <ossia stanco>
In Grecia giungo, e non ritrovo Atene;
Quindi cercando vo dov’è Micene.
E Micene qui fu legg’ad un sasso:
Lascio la Grecia, e vol’in Asia il passo,
E memoria di Troia Asia non tiene,
Indi m’assido in solitarie arene,
E l’incendio d’un regno io piango e passo:
Dell’Affrica sul gran tron più non risiede,
Ma su l’erbe Cartago, e non è poco
Se la memoria di Roma Italia or vede.
Quante città furon arse dal foco
E distrutte dal ferro, e non si crede,
che palla è il mondo, e di fortuna un gioco.

Fittissima e dettagliata la nomenclatura degli introiti annui (annate) e dei lavori fondiari ed edilizi con i relativi costi, e dei contratti enfiteutici e non, con i diffusi toponimi agrari. E così per un piccolo stralcio: legar le vigne, vendemmiare, raccolta olive, censi, affrancamento di capitali, pastora (pastura, ossia spremitura delle olive), mietiture, some di grano, meloni d’acqua, metameffio (di reminiscenza longobarda), parecchio (ossia apparecchio) di bovi e di genche, la vigna olivetata alla Foggia dell’Albero, zappature, ulivi selvatici piantati (termiti), lavori per la cappella (risarcimenti murari, del tetto, spese per vino, incenso, torce), libre (ossia libbre) quindici di candele per erigervi la Castellana negli ultimi giorni di Carnovale, acquisto di suppellettile liturgica, aste nuove alla statua di S. Francesco Saverio, per la vetrata nuova alla cupola del Purgatorio, e ancora un ragguaglio delle monete (cavalli ridotti in centesimi di lire, grani ridotti in centesimi di lire, centesimi di lire ridotti in grana e cavalli), accorgimenti agricoli (Quando vinderiemo in S. Stefano<toponimo> s’a da aver riguardo se passano tordi con principiare un poco tardo); eventi familiari: nascite della famiglia dell’Erba, acquisto di un concerto (parure) di diamanti e smeraldi con orecchini e anello acquistati da Napoli; ricette mediche, e infine episodi di cronaca cittadina, tra cui particolarmente tragici gli impetuosi allagamenti del 28 agosto 1741: un diluvio d’acqua in Castellana ed arrivò l’acqua un palmo dentro la chiesa de’ Paolini <S. Giuseppe>. Due persone s’affogarono. La sera poi del 1 d’ottobre 1784 ad un’ora di notte ci fu l’altro diluvio con magior rapidità, l’acqua arrivò all’ultimo gradino della scala esteriore della chiesa de’ Paolini, e ci morirono oltre delle bestie undeci persone). Senza dubbio tutto il ricchissimo materiale descritto induce un intrigante e propedeutico studio economico del nostro territorio.

Al dott. Rocco Murro la più viva gratitudine di tutti, da mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, ai ricercatori presenti e futuri.

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