Giannicola D’Amico. Presidente Coordinamento Associazioni di Volontariato e Gruppi Comunali di Protezione Civile Provincia di Brindisi, con riferimento a quanto riportato dagli organi di stampa negli ultimi giorni circa la mancata risposta da parte della Asl di Brindisi alla richiesta di disponibilità per l’utilizzo dei mezzi di soccorso in mare della Protezione civile regionale si ritiene opportuno specificare quanto segue: “Innanzitutto condividiamo pienamente l’iniziativa del consigliere regionale Fabiano Amati, che l’altro giorno ha denunciato, con una nota, la mancata risposta da parte della Asl brindisina alla richiesta di disponibilità alle Asl pugliesi di utilizzare i mezzi di salvamento in mare avanzata dagli assessorati regionali alla protezione civile e salute. Francamente anche noi non riusciamo a comprendere il motivo per il quale la Asl di Brindisi non ha risposto all’invito degli assessorati regionali competenti per utilizzare questi importanti mezzi di soccorso lungo tutta la costa brindisina. Riguardo a quanto dichiarato dal direttore generale della Asl di Brindisi Paola Ciannamea facciamo presente che l’assegnazione alle Asl di tali importanti mezzi di soccorso era stata sollecitata, al termine della estate scorsa, dai coordinamenti provinciali del volontariato di Protezione civile pugliesi proprio alla luce della esperienza dello scorso anno. Ricordo, infatti, a me stesso e a tutti gli attori del “sistema di Protezione civile” regionale e provinciale che nel progetto sperimentale Emersanmare – progetto dal quale i coordinamenti provinciali del volontariato di Protezione civile pugliesi avevano preso le distanze al pari anche di molte Asl (tra cui, secondo le informazioni in nostro possesso, quella di Brindisi) – erano state coinvolte organizzazioni che non facevano parte dei coordinamenti provinciali del volontariato (che, lo ricordo, sono organismi istituiti dalla Regione Puglia), né erano associazioni convenzionate con la Asl per il servizio 118. Ora, però, la stessa manager della Asl brindisina precisa che l’utilizzo di tali mezzi di salvamento richiederebbe la disponibilità di operatori abilitati ed in possesso del diploma “Emersanmare”. Dalle informazioni in nostro possesso, però, altre Asl pugliesi che, a differenza della nostra, hanno dato la disponibilità ad utilizzare tali mezzi di salvamento stanno procedendo ad affidare gli stessi alle associazioni di volontariato di Protezione civile in possesso delle adeguate professionalità senza tenere conto della specifica condizione del possesso del diploma “Emersanmare”, che era stato rilasciato in passato a pochi “eletti”, da un organismo regionale per la formazione in sanità. Certamente tra le associazioni di Protezione civile aderenti a questo Coordinamento provinciale – che raggruppa 23 associazioni per un totale di oltre mille volontari – vi sono organizzazioni con volontari in possesso delle adeguate professionalità e dei titoli formativi riconosciuti che da anni svolgono attività di assistenza e soccorso anche in mare di concerto con gli enti preposti e vi sono anche associazioni che hanno formato numerosi loro volontari proprio nella materia specifica del salvamento in mare. Probabilmente se la verifica della Asl di Brindisi non si fosse limitata al solo possesso del diploma “Emersanmare” e ai soli 360 volontari soccorritori che operano in convenzione con la stessa Asl, oggi la nostra provincia non avrebbe perso l’opportunità di disporre, almeno nelle zone a forte vocazione turistica, di un servizio di salvamento in mare, così come accaduto lo scorso anno”.