23 OTTOBRE 2011 UN NUOVO SANTO : SAN LUIGI GUANELLA LA PRESENZA DEI GUANELLIANI IN PUGLIA La vita di don Luigi Guanella fu una lunga rincorsa per rendersi presente dove c’era un grido d’aiuto e un soccorso da offrire. Questa era una sensibilità coltivata sin dall’infanzia. Giovanetto aveva intuito di essere argilla malleabiIe nelle mani misericordiose di Dio; la santità , infatti, è un dono di luce divina in favore di una persona chiamata a essere fiaccola per illuminare i sentieri affollati da gente bisognosa di fiducia e di speranza. Questa consapevolezza di essere uno strumento docile alla volontà di Dio, don Luigi la testimonia spesso dicendo a chi provava ammirazione per le sue opere: “E’ Dio che fa”. San Luigi Guanella nacque a Fraciscio, frazione del comune di Campodolcino, diocesi di Como, il 19 dicembre 1842. II giorno seguente gli fu amministrato il sacramento del Battesimo. I genitori, Lorenzo e Maria Bianchi furono cristiani esemplari, dediti alla famiglia, aI lavoro dei campi e della pastorizia. Era abitudine non solo la recita del Santo Rosario, ma anche la lettura della vita dei santi, esperienza che caratterizzಠI’ attività apostolica della sua esistenza. Dopo gli studi nel seminario a Como, il 26 maggio 1866 ricevette Ia consacrazione sacerdotale e l’anno dopo I’ ordinazione fu nominato parroco a Savogno. Durante i sette anni di zelante ministero ebbe contatti con don Bosco e I’ istituzione del Cottolengo a Torino. Desideroso di un’ esperienza religiosa più radicale, nel 1875 si recಠda don Bosco, emettendo i voti religiosi per un triennio. Il vescovo di Como Io richiamಠin diocesi e don Guanella tornಠcon il sogno di fondare un’ istituzione che raccogliesse ragazzi bisognosi. Aprì una scuola che successivamente dovette chiudere per ostilità delle autorità civili. ” L’ ora della misericordia”, come chiamava don Guanella il momento propizio del favore divino, scoccಠnel novembre 1881 quando arrivಠa Pianello Lario come parroco, dove trovಠun gruppo di ragazze dedite all’ assistenza dei bisognosi. Quel gruppo di giovani donne diventerà la fonte della nuova congregazione: le Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Lo zelo e la carità apostolica di don Luigi incrementarono I’ opera benefica sino a permettere di espandere I’ attività nel cuore della stessa città di Como. Esse iniziarono I’ attività della “Casa divina Provvidenza”, divenuta poi la Casa Madre delle due congregazioni quella femminile e quella maschile. Insieme ai poveri aumentarono anche le braccia e i cuori per assisterli e amarli. Accanto alla Congregazione delle suore don Guanella raccolse anche un gruppo di sacerdoti che chiamಠ“Servi della Carità “. “Fermarsi non si puಠfin quando ci sono poveri da soccorrere”, ripeteva spesso nel suoi pellegrinaggi nelle piaghe della povertà . Per questo le due congregazioni religiose si andavano diffondendo in varie regioni italiane e nella vicina Confederazione Elvetica nel Canton Grigioni e Canton Ticino. Nel 1904 il Beato Luigi Guanella realizzಠil sogno di arrivare nella città santa, a Roma, per essere accanto al Papa e dimostrare la sua fedeltà alla Chiesa grazie ad una testimonianza luminosa di carità e ardore apostolico. San Pio X, aveva compreso la grandezza d’ animo di don Guanella. Io stimಠe gli affidಠil desiderio di costruire una chiesa dedicata al Transito di San Giuseppe. Accanto alla parrocchia sorse anche la Pia Unione del Transito di San Giuseppe, un’ associazione di preghiere per i morenti. San Pio X volle essere il primo degli iscritti. Lo zelo missionario Io spinse nell’ America del Nord tra gli emigranti italiani. Nel dicembre del 1912 all’ età di settant’ anni don Guanella si imbarcಠe raggiunse gli Stati Uniti. L’ ultimo intervento straordinario nella vita di don Guanella fu nel gennaio 1915, quando volle rimanere a Roma per essere di aiuto ai terremotati dell’ Abruzzo. Al suo fianco operಠcon zelo il venerabiIe Aurelio Bacciarini, primo parroco di San Giuseppe, suo successore al governo della Congregazione dei Servi della Carità e poi chiamato al ministero episcopale nella diocesi di Lugano in Svizzera. Passಠalla casa del Padre alle ore 14,15 di quella domenica 24 ottobre 1915. E fu una domenica senza tramonto. Il miracolo è avvenuto nella diocesi di FiIadelfia negli USA. La sera del 15 marzo 2002 il giovane WiIIiam Glisson stava pattinando a forte velocita senza casco. Per la presenza di una buca nell’asfalto cadde all’indietro riportando un forte trauma cranico occipitale. Fu ricoverato in ospedale in uno stato di coma profondo. Nonostante due interventi chirurgici i medici non possono che costatare un peggioramento continuo. Il 19 marzo la mamma applica al braccio di William una reliquia di don Guanella e inizia una cordata di preghiere. Il 25 marzo si avvertono i primi miglioramenti. Dopo otto mesi dall’ incidente William ha ripreso la sua attività lavorativa come carpentiere. Dal 2008 è felicemente sposato. LA PRESENZA DEI GUANELLIANI IN PUGLIA I Guanelliani (preti e suore) sono presenti in Puglia dal 1937 presso l’ lstituto Sacro Cuore di Fasano. Si stabilirono a Torre Canne, a Pozzo Faceto, a Sicarico e successivamente a Bari. Il 15 novembre 1952, festività della Madonna della Divina Provvidenza, i Servi della carità di don Luigi Guanella presero possesso della chiesa monumentale a trulli di Sant’Antonio. Alberobello ospitಠanche il seminario minore dei guanelliani. Attualmente oltre alla parrocchia Sant’Antonio, i guanelliani gestiscono un Centro per persone disabili e le suore, le Figlie di Santa Maria della Provvidenza, da sempre, una Scuola dell’ lnfanzia. Altra sede dell’attività dell’Opera don Guanella è Bari con una parrocchia e un Centro per l’assistenza a persone anziane e una Casa di accoglienza vocazionale; le suore con una Scuola dell’lnfanzia. A Fasano c’è un Centro educativo e una comunità educativa. C’è un Centro di spiritualità a Mottola. Attività pastorale con la parrocchia a Torre Canne di Fasano con una Casa per ferie e una comunità educativa. A Pozzo Faceto con la rettoria del santuario della Madonna del Pozzo. Sino alla scorso anno i guanelliani erano presenti a Ceglie Messapica.