La 2ª sezione della Corte d’Appello di Lecce, presieduta da Alfredo Lamorgese, ha disposto con apposita sentenza, il rigetto dell’appello presentato da un cittadino di Fasano, che, impugnando la precedente sentenza del Tribunale di Brindisi, aveva sostenuto di aver acquisito per usucapione un’immobile comunale sito a Selva di Fasano. La Corte, accogliendo le tesi dell’avvocato comunale, ha respinto l’istanza del privato, pertanto, lo stabile silvano rimane nella proprietà del Comune. L’edificio, ubicato in viale del Bosco, ed utilizzato almeno per il piano terra come esercizio commerciale, era stato concesso al padre dell’appellante in uso gratuito, dal 1960 per otto anni, con l’onere dell’effettuazione di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. Nel 1987 l’appellante richiedeva la rinnovazione del contratto d’uso dell’immobile, interrompendo quindi, i termini per l’eventuale usucapione. “Orbene – si legge nella sentenza della Corte d’Appello – la detenzione qualificata non genera l’acquisto della proprietà del bene, ai cui fini occorre il possesso continuato per 20 anni ai sensi dell’art. 1158 del Codice Civile”. Successivamente, nel giugno 2001, il Comune ha chiesto in via riconvenzionale il rilascio dell’immobile oggetto dell’asserito possesso (il 1° piano). Nello stesso anno, il cittadino presentava istanza per usucapione al tribunale di Brindisi, che, con sentenza del maggio 2003, rigettava la richiesta, tanto da spingerei il privato a fare appello avverso tale pronunciamento.